lunedì 4 aprile 2016

Mossak Fonseca


Insomma questo enorme archivio che qualcuno ha donato ad un pool di giornalisti mondiali, tra cui quelli de L'Espresso, rivela migliaia di nomi, 800 italiani, che in barba ad una dignità umana hanno spostato ricchezze ed oggetti di lusso, barche da sogno, sotto l'egida di Panama, uno degli stati canaglia che in virtù di profitti luridi, tolgono ossigeno a tutti i paesi del globo, facendo pagare, al solito, più balzelli alla maggioranza degli umani, sottospecie oramai conclamata con la nomea di "coglioni".
Ci sono nomi di tutto rispetto, ad iniziare da lui, il despota russo Putin, pare che gli roteino attorno qualcosa come due miliardi di dollari, per poi andare al padre defunto dell'albionico Cameron, per continuare con il cognato del cinese Xi Jinping, l'ucraino Poroshenko, l'attuale presidente argentino Muricio Macrì, per poi arrivare alla Pulce Messi, comprensibile per aver nel sangue dribbling sfuggenti, sia di avversari che di tributi.
Non si capisce perché i paradisi fiscali non vengano combattuti dalla comunità internazionale alla stregua dei terroristi, sedei guerrafondai, di coloro insomma che con le loro nefandezze alternano equilibri economici, lasciando difficoltà gestionali negli stati di loro appartenenza. O meglio: una ragione credo vi sia: nei paradisi fiscali sguazzano molti di coloro che a parole fanno credere di lottarvici contro, vedasi Cameron. Non frequento, per fortuna, circoli ed amicizie di ricconi impegnati più a nascondere risorse che a respirare aria. Mi ritengo fortunato in tal senso. Immagino l'idea di base degli incontri tra essi: un'idea tanto bislacca quanto rivestita di verità, di convincimento ad essere nel giusto, ossia la protezione delle loro ricchezze, del riparo delle fortune da ogni tassazione, da ogni controllo fiscale. È un mondo che gira così, da quando l'alterazione genetica del capitalismo ha preso il sopravvento. Chi guadagna cifre inumane, molte volte sfruttando inferiori, si autoconvince per leggi universali, di cui s'ignora fonte ed origine, a non dover elargire nulla per la comunità. 
Fa specie che, per molto meno, in tempi passati si siano verificati moti popolari riportanti ragione e giustizia sulla Terra.
In questo caso invece no. Tutto tace, tutto è silente. Ed è un peccato.

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