sabato 23 aprile 2016

Driinn


Dov'è la webcam? Dove l'hanno posizionata? Ogniqualvolta sono in casa affaccendato o impegnato in attività specifiche del bagno, suona il telefono fisso! E non so mai se chi chiama è per urgenza o per altro. Se poi mi sto facendo la doccia, allora il sospetto diviene certezza: il fato mi spia per scassarmi oltremodo gli zebedei.
Stamani fischiettando mi godevo le abluzioni quando driiinnn! Primo squillo: varie maledizioni celtiche, apertura degli occhi con conseguente bruciore agli occhi da bagno schiuma; sfanculata onnicomprensiva, ricerca di istantanee maledizioni rivolte a 360 gradi, indirizzate ogni dove. Secondo squillo: constatazione dell'insaponatura ancora presente nei due terzi del mio adiposo corpo, ricerca senza esito del cordless che al solito starà giacendo in frigo o nel porta scarpe e il cui flebile suono parrebbe dirmi "coglioneeee sono lontanoooo! Cercamiiii!"
Terzo squillo: decisione drastica: ricerca dell'accappatoio lontano più della verità su Ustica, saltelli per non bagnare simili ad un mix di Carla Fracci e un pampano giocato da un espulso dagli alcolisti anonimi.
Quarto squillo: uscita dal bagno celere ed in linea con "L'inferno di cristallo", tasca dell'accappatoio che s'infila nella maniglia, trattenendomi e facendomi udire il classico suono della rottura.
Quinto squillo: trafelato come Abebe Bikila sul traguardo romano, alzo la cornetta sparando il classico "Pronto!"
E qui il gioco diventa davvero molto serio, perché probabilmente il destino oggi mi ha sorteggiato per saggiare il mio personale "punto di rottura"!!
"Signor Mauro buongiorno!" mi dice una signora con fare allegro...
"No! Ti prego Santa Beatrice! Fa che non sia una venditrice!" dico quasi lacrimante. Inoltre noto un accento particolarmente orrendo della poveretta. 
"Signor Mauro telefono da Lugano per chiederle come lei si fa la barba alla mattina!"
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Mumble mumble.... stavo facendomi la doccia.... il telefono che suona... una venditrice... e per di più... SVIZZERA!!!
Solo quest'ultimo aspetto di nazionalità mi innervosirebbe anche se fossi appena uscito dal camerino dove Diletta Leotta mi ha chiesto d'entrare per aiutarla a scegliere il vestito per la diretta, figurarsi il resto! Svizzera, ovvero l'oasi di pece, il liofilizzato mondiale del detto "mi faccio i cazzi miei al punto che non m'interessa nulla di te, che non essendo svizzero, sei inferiore."

"Signor Mauro? Mi sente? Volevo informarla che abbiamo prodotti per la rasatura unici, variegati. Mi dice come si rade? Con la schiuma? Con il rasoio elettrico?"

Che occasione! Che momento! Debbo rispondere a questa svizzera mia sdocciatrice! Sento in cervice l'aumento della pressione, i pochi neuroni correre come pazzi in preda all'euforia di questo attimo epocale, odo distintamente l'incitamento di connazionali ivi lavoranti, trattati molte volte con una sciatteria simile a quella che la Santanché riserverebbe ad un algerino all'uscio proponente l'acquisto della semola per il cuscus.

La ola delle sinapsi attende spasmodica la mia risposta, più che la Boschi il pensiero quotidiano da memorizzare del Bomba.
Che infatti non tarda ad arrivare:
"Mi rado a secco con la pietra pomice, quella per i calli perché amo soffrire e sanguinare all'alba e faccio parte di una setta la "SCM" -sono cazzi miei-

Tutututututu!

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