domenica 10 aprile 2016

Amministrative


Quindi il 5 giugno si voterà per le amministrative in importanti città italiane: Torino, Napoli, Milano e Trappolonia. Come? Non conoscete Trappolonia? Ma dai! È la più importante città italiana, la capitale, conosciuta anche come Roma!
In vista delle elezioni ha cambiato nome, in virtù della più grande opera d'inchiappettamento mai compiuta sul nostro suolo.
È stata per decenni un enorme snodo di tutte le opere di corruttela conosciute. Nei suoi meandri si annidano ancora, celandosi, sanguisughe di ogni risma, paciosi vampiri che, assunti nelle municipalizzate, prendono stipendi d'oro senza neppure temperare matite. A Trappolonia vige da decenni il comandamento per cui ogni affare, ogni accordo, ogni contratto viene stipulato in amicizia, per il motto "conosco un amico che ha un cugino molto vicino all'assessore"
La capitale è esangue. Rivoli di denaro pubblico scorrono ovunque. Il comune non prende i soldi degli affitti, di case situate in spledidi panorami, in case principesche. La municipalizzata dell'acqua di Trappolonia è in mano ad un costruttore che possiede naturalmente anche giornali, il quale vorrebbe costruire abitazioni anche in piazza Navona, in virtù di un'innata arsura ad accumulare ricchezze che l'ha portato a venir soprannominato Caltariccone. Ogni anno a Trappolonia arrivano denari pubblici a perdere, attraverso una specifica legge dello stato che, in barba ad ogni buonsenso democratico, irrora le casse comunali per evitarne il fallimento.
La congiunzione della situazione di bilancio prossima al default con l'avvicinarsi delle elezioni politiche del 2017, ha fatto preparare la madre di tutte le trappole. Il partito della Nazione, nato dal patto del Nazareno tra un pervertito pregiudicato e un suo nipote affetto da una rara forma di egocentrismo, ancora non si è composto sulla carta ma che è vivo e vegeto tra noi, sta organizzando un piano apparentemente perfetto, consegnante la città, ancora per poco eterna, nelle mani di persone impegnate politicamente per arginare il malaffare ma di poca esperienza, conosciute come appartenenti al Movimento 5 Stelle, aglio e luce diurna per i vampiri di cui sopra. 
Lo schema è chiaro: candidare dei personaggetti, senza arte né parte, al fine di consegnare la città in mano a delle persone lontane dal malaffare come la Picierno da un ragionamento politico, per ingigantirne gli errori, evidenziarne le cadute dentro le trappole tese, al fine di metterli alla berlina, grazie ad una stampa di proprietà, amica, prona, leccante, etichettandoli successivamente quali incapaci, inesperti e inaffidabili, sperando di scongiurarne la salita al potere nazionale, vero spauracchio per personaggi meschini e senza dignità con alle spalle una carriera professionale vissuta sulla nostra pelle, costellata di parole al vento, aria fritta, bugie e trame verso il popolino, con l'unico obbiettivo di mantenere i privilegi castali auto costruiti, mediante una politica amorale, infingarda, auto immune, caratterizzata da innumerevoli rinascite sotto sigle, colori, progetti, partiti differenti, per l'unico vero ed essenziale scopo delle loro apatiche vite, il mantenimento della "Poltrona".
Basti pensare ad esempio che a Torino il partito della Nazione, sezione piddino, ricandiderà un secco figuro in politica da 45 anni, passato sopra ogni ideologia, rivoluzionaria e non, con la leggerezza di una Carla Fracci!
Ma torniamo a Trappolonia: candidare Giacchetti equivale a voler fare amministratore del condominio il simpatico lavascale tuttofare. E Bertolaso? Vogliamo parlarne? Un uomo con alle spalle macerie post terremoto, non naturali che gestiva nel peggiore dei modi, vedasi L'Aquila, bensì quelli derivanti da operazioni di brigantaggio, una su tutte la Maddalena dove abbiamo lasciato centinaia di milioni in un deserto senza speranza, cimitero simbolo dell'era mefitca berlusconiana. C'è poi il bellone Alfio Marchetti, solo apparentemente fuori dal trappolone, che gestito dai grandi sponsor ricorda con tenerezza il verniciar facciata già umida che screpola ancor prima di asciugare. La Meloni, amica di fasci e compagna di Ignazio, non ha speranza.
Ed allora ritornano alla mente le parole dette ed irrise a suo tempo dalla grillina Paola Taverna: "A Roma c'è un complotto per far vincere il M5S!"
Hanno riso tutti per quella frase. Tutti: costruttori, saltimbanco, giornali del regno, persino Attila AlèDanno! 
Ed invece, personale sensazione, alla fine dei giochi diverrà profezia.
Sarà gustosamente ignobile in seguito monitorare commenti, difficoltà del governo centrale toscano nell'elargire fondi pro capitale, evidenziazione di tutti gli errori, che saranno tramutati in macroscopici grazie a puntate dedicate del "pro-figlo di mafiosi" Vespa, di pianti della titolare di società offshore Barbarie D'Urso, di titoloni di giornali ora raggruppati sotto le mani dell'amerigano Marpionne, al fine di deridere e sminuire sindaco e giunta di Trappolonia, Capitale di questo strano e comatoso paese con oramai poca speranza di rinsavire, scegliendo uomini e donne determinati a far Politica, relegando nelle cloache questo vigente affarismo istituzionalizzato.
Ammesso che ve ne siano ancora.

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