mercoledì 20 aprile 2016

Il Nulla


Al bando le ciance. Si deve pregare per un'umana di siffatte incresciose dimensioni! 
Si, la prossima domenica si dovrebbe aggiungere alla preghiera dei fedeli anche "Per la nostra sorella Julia Stakhiva, affinché lo Spirito la illumini, riportandola tra noi, per una sua crescita morale e personale che le possa far vivere veramente la Vita, preghiamo"

Chi è Julia? 



Grazie al mitico sito Dagospia, che consiglio di visitare quotidianamente essendo fonte inesauribile di leccornie, l'ho conosciuta in tutto il suo... fetore! 
Possiede 100 borse e 60 scarpe, ha un guardaroba valutato attorno ai due milioni di euro, beve solo Dom Perignon o Crystal e spende 250.000 euro all'anno in abiti. 
Ha 23 anni, si è già rifatta seni, labbra ed altro, tira fuori 40.000 euro sempre all'anno per il mantenimento estetico e quando deve farsi una ripassata esteriore va a Mosca, perché a Londra, dove vive, ritiene che non vi siano centri estetici soddisfacenti il suo ego. 

Ma costei è anche pensante? Può cioè esprimere un qualcosa di diversamente idiota? 
Sentite che ha dichiarato:

«Morirei se la gente smettesse di parlare di me. Chi mi critica conferma che sono una persona straordinaria»

Vi rendete conto dell'aridità che nulla, neppure il tesoro vestente, le scarpe, lo champagne può minimamente colmare?

Ma il bello viene ora: 

"Tutti possono avere soldi, ma non tutti possono essere belli. Credo che tutti, sin da giovani, dovrebbero sottoporsi a chirurgia estetica. Meglio risparmiare e investire in trattamenti di bellezza che nel cibo. Certa gente non ha le palle per farsi un intervento. Pensano sia meglio stare seduti a mangiare pizza e a giudicarmi. Io preferisco mangiare pizza ed essere bella. I miei genitori mi capiscono e mi sostengono.  La chirurgia plastica è una necessità assoluta, significa investire su te stessa».

"Credo che tutti sin da giovani dovrebbero sottoporsi a chirurgia estetica." 

Questa frase dovrebbe essere scolpita su qualche lastra di metallo nobile e sotterrata dentro un sarcofago per l'eternità.
Un giorno quando scompariremo, m'immagino qualche altra forma di vita che, imbattendosi nel nostro oramai arido e disabitato pianeta e guardando nostre immagini dei tempi andati nei loro micro e potentissimi visori, si domanderà del perché della fine della vita terrestre, misteriosa ed inspiegabile ai loro innumerevoli occhi (diciamo sei paia cadauno?) vista l'enorme quantità di acqua, di aria, di bellezze incommensurabili presenti tanti secoli prima sul pianeta; ma una volta scoperta la lapide con le parole della poveretta se ne andranno, forse anche sconsolati, commentando tra loro "Ahhh! Hai capito perché si sono dissolti?", lasciando l'ormai nulla terrestre a bordo delle loro astronavi rigorosamente ad idrogeno liquido, con un mix di commiserazione e tristezza, sentimenti questi presenti ovunque nell'Universo.  

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