venerdì 16 maggio 2025

Illo

 

“Lui” è tornato: ecco l’ennesima spinta profetica di “super Mario”
DI DANIELA RANIERI
Rieccola, la “scossa” di Draghi, che a volte assume più le forme di una “sferzata” (La Stampa, febbraio 2024), persino “drastica” (Corriere), a volte di una più clemente “lezione” (La Stampa, 18 febbraio 2025), altre volte proprio di una sonora “scudisciata” (Rep, 28 febbraio 2024). Da quando è stato assunto quale Super-consulente dall’Europa (che non a caso ultimamente non ne sbaglia una), infatti, l’ex presidente della Bce ed ex presidente del Consiglio si aggira per il continente impugnando un taser, lo storditore elettrico che induce immobilità neuromuscolare nelle vittime (per lo più editorialisti italiani). Ebbene, l’altro giorno era in Portogallo, ospite, insieme a Mattarella, di Cotec, fondazione che “promuove l’innovazione” valorizzando il “capitale umano” (che è tutto dire) e ha folgorato i presenti con severità. Scrive il Corriere: “Draghi torna ad alzare la voce in direzione di Bruxelles e delle cancellerie europee, nel tentativo di assestare una (nuova) scossa che contribuisca a risvegliare l’Europa”. Dopo il fulminante “fate qualcosa” di febbraio, Draghi si è superato: “Lo choc politico proveniente dagli Stati Uniti è enorme”, ha detto, e “nulla sarà più come prima”. E questo è niente: coi dazi americani siamo arrivati “al punto di rottura” e le “minacce russe” sono “crescenti”. Mancava solo “il nuoto è lo sport più completo”, che dopo “volete la pace o i condizionatori” non avrebbe stonato nel suo palmarès (ma la medaglia d’oro va alla sferzata di giugno ’23: “Non c’è alternativa alla vittoria dell’Ucraina sulla Russia”, che invece, come s’è visto, c’era).
A parte tutto, fa una certa impressione sentirlo dire oggi: “I prezzi elevati dell’energia e le carenze della rete sono una minaccia per la sopravvivenza della nostra industria e un onere insostenibile per le nostre famiglie”. Ma come? Le sanzioni alla Russia, con lo stop alle importazioni di gas e petrolio russi, che ci costavano meno, non erano “un successo completo che non penalizza l’Italia” (Draghi, giugno ’22)? Non dovevano avere “il massimo impatto” nell’estate del 2022 (Draghi, maggio ’22) e avere “un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia” (Draghi, settembre ’22)?
Se è vero che siamo messi così male, mentre il Pil della Russia vola, o l’Europa ha sbagliato strategia, o gli italiani hanno i condizionatori accesi a palla da tre anni, ciò che ha determinato ipso facto la sconfitta della Nato per interposta Ucraina.

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