Europea, italiana sudtirolese
di MICHELE SERRA
Tendo a credere a quanto dice la nuova sindaca di Merano, Katharina Zeller, intervistata da Giampaolo Visetti su questo giornale, per spiegare perché ha deposto accanto a sé la fascia tricolore che il suo predecessore, il sindaco uscente di centrodestra, le voleva imporre. Zeller lo ha inteso come «un gesto provocatorio teso a presentarmi come una bambina obbligata a ubbidire a un esperto uomo maturo. Non ho rifiutato il tricolore, ma una prepotenza muscolare esibita per riaprire i conflitti e i rancori di cui le destre estreme hanno bisogno per non diventare irrilevanti».
Coperta di insulti e minacce dagli energumeni attivi sui social, Zeller, che si definisce, nell’ordine, «europea, italiana e sudtirolese», conosce bene la stupida e violenta ottusità con la quale non la Repubblica italiana, ma i nazionalisti italiani hanno sempre cercato di cancellare l’identità dei sudtirolesi e delle valli in cui vivono da secoli; e conosce bene anche i danni e i lutti provocati specularmente dall’integralismo etnico anti-italiano.
Leggere quello che hanno detto in proposito altoatesini come Alex Langer e Reinhold Messner aiuta a capire che non esistono soluzioni “etniche” a quella annosa questione, nata nel 1920 con l’annessione all’Italia. Solo soluzioni politiche, di concittadinanza, di convivenza e di “sguardo largo”, dunque europeo. Gli altoatesini di lingua italiana non diffidino di lei: passato l’uragano social (dura poco, giusto il tempo di trovare nuovi bersagli) Zeller, a giudicare da come parla e da quello che pensa, sarà un’ottima sindaca di Merano, in tedesco Meran, in ladino Maran.
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