martedì 1 ottobre 2024

Perché non vado più allo stadio

 

Indipendentemente dagli ultimi sviluppi criminali, da tempo ho deciso di non andare più allo stadio, in special modo a San Siro. 

Perché? 

Essenzialmente per la sensazione di essere un pollo da spennare, non tanto per il costo del biglietto, ma degli accessori: parcheggio a 30 euro, birra a 8, 9; magliette a 70-100, sciarpe a 20 se non di più. Polli da spennare senza alcun ritegno. Bagni da cui escono tre, quattro persone che si toccano il naso, sfilate di falsamente affaccendati che entrano solo per farsi notare, uomini e donne; sensazione che la partita sia un orpello, un insignificante addendum alla serata. Facce truci, iper palestrati ovunque, tifo intruppato, militaresco. 

No, così non mi piace più! Intendiamoci: ci sono ancora sani tifosi che soffrono, con ancora la maglia di lustri fa, che si voltano dall'altra parte quando gli avversari iniziano un'azione pericolosa. Ce ne sono ancora tanti per fortuna. Ma vengono trattati come polli da spennare. 

Mi manca lo sfottò, l'attesa spasmodica per il match, i dialoghi tra veri tifosi che inorridiscono ogniqualvolta qualche imbecille si picchia; mancano i ricordi di trasferte degne di questo nome, coi canti, la musica, la Gazza letta anche nei necrologi. Questo tifo è irriso dai cialtroni che pensano solo ad incassare mazzette, da questi piccoli omuncoli che fanno il pizzo su tutto, che soffocano con le loro smanie fascistoidi la beltà del tifo. 

E le società fingono di inorridire senza muovere alcunché, senza imporsi. Appartengo ad una categoria canuta che, civilmente, mai e poi mai scenderebbe a patti con l'opposta fazione; e invece, si legge oggi, ci sono stati accordi a spartirsi il bottino illegalmente, forti della forza bruta generata da un'ignoranza abissale, senza apparente rimedio. 

Vedere i cosiddetti ultras marciare quasi al passo dell'oca tutti tinti di nero, mi provoca tristezza infinita, lontananza incolmabile, al pari dei cosiddetti vip impomatati con sciame di inutili al seguito, alla ricerca della oramai famigerata visibilità. 

Tristezza infinita dunque e conseguente scuotimento di polvere dai calzari. Resto a casa caro San Siro, a soffrire realmente. Da tifoso vero. 

Adieu!  


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