martedì 30 aprile 2024

L'Amaca

 

Giorgia e Thomas Mann
di Michele Serra
Stavo cercando il modo meno retorico (dunque meno vago) per spiegare la profonda ostilità che mi ha suscitato il discorso — ennesimo — della presidente del Consiglio Meloni, in arte Giorgia, a proposito del suo essere «una del popolo». In contrasto, bene inteso, con la masnada di fighetti e debosciati che le si oppone, i famosi radical chic(numericamente, stando ai votanti, circa la metà degli italiani: che dunque, a milioni, sarebbero esclusi, anzi autoesclusi, dal concetto stesso di popolo).
Ci stavo pensando, dicevo, quando mi arriva una preziosa mail della lettrice Olga (ometto il cognome per tutelarla da eventuali rappresaglie social), con questa citazione di Thomas Mann, da Doctor Faustus : “Per chi è di idee progressiste la parola e il concetto di ‘popolo’ conservano un che di arcaicamente apprensivo. Egli sa che basta apostrofare la folla chiamandola ‘popolo’ per indurla a malvagità reazionarie… Lo strato arcaico c’è in ognuno di noi, e non credo sia la religione il mezzo più adeguato per tenerlo sotto chiave. A tale scopo servono la letteratura, la scienza umanistica, l’ideale dell’uomo libero e bello”.
Quel libro è stato scritto negli ultimi due anni della Seconda Guerra, e pubblicato nel ’47. In quanto intellettuale e in quanto antinazista (esule negli Stati Uniti), Thomas Mann è ampiamente sospettabile di essere stato unradical chic ante litteram . Ma l’idea che solo letteratura e scienza umanistica possano salvare gli umani dal loro “strato arcaico” lo qualifica, più precisamente e con il senno di poi, come un rivoluzionario. E la sedicente Giorgia, ma già lo si sapeva, come una reazionaria, che dello “strato arcaico” ha fatto il suo motore politico. Chi vincerà? Golia, ovvero il populismo, o Davide, ovvero la democrazia?

Nessun commento:

Posta un commento