Nuove armi vecchia guerra
DI MICHELE SERRA
Le varie propagande di guerra diffondono notizie di raffinate e fantascientifiche strategie, fasci di microonde russe che mandano in pappa il cervello dei bersagli occidentali, chip innestati nel cranio dei terroristi dell’Isis per mandarli a fare strage a Mosca. Accuse incrociate di un uso efferato delle nuove tecnologie: e subito viene da pensare a un ulteriore salto di qualità dell’odio, con svariati Stranamore all’opera per escogitare sistemi di annientamento e di tortura sempre più diabolici.
Ma a ben vedere quello che davvero ci ha sorpreso e sconvolto, negli ultimi anni, non è l’escalation tecnologica della violenza; semmai è il suo primitivismo immutabile, la brutalità fisica, le decapitazioni e gli sgozzamenti tanto amati dai jihadisti, le fanterie feroci e fameliche che avanzano bruciando i villaggi e razziando la povera gente, le fosse comuni per nascondere i civili ammazzati, il pogrom ululante di gioia nei kibbutz, gli ospedali bombardati a Gaza con i bambini dentro, la fame e la sete dei palestinesi come arma di annientamento, lo spettacolo arcaico e immutabile dei corpi scempiati e delle case ridotte in macerie. Le trincee di fango e ghiaccio, come nella Prima Guerra. La gente che scappa negli scantinati mentre gli aerei bombardano, come nella Seconda Guerra.
Non è cosa cambia, è cosa non cambia a doverci terrorizzare. Se ancora potessero ammazzarsi a colpi di clava, o d’ascia, i capitribù del mondo (seguiti dalle loro tribù entusiaste) lo farebbero comunque.
Poterlo fare anche con i chip e le microonde cambia di poco la sostanza, che è la vocazione a massacrare gli altri. Il cervello umano spaventa già così com’è, anche senza che chip e microonde arrivino a pervertirlo.
Già è pervertito abbastanza.
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