martedì 5 settembre 2023

L'Amaca

 

Un buon principio liberale
DI MICHELE SERRA
La casa editrice “Il cerchio” fa benissimo a pubblicare il libro del generale Vannacci, che grazie al soccorso di un editore di professione potrà almeno giovarsi di un lavoro di editing e correzione di bozze, così da digrezzare la prosa di un militare non avvezzo alle insidie e alle sfumature della lingua. Prendendola più alla larga: è un bene che la cultura di destra emerga nella sua natura sostanziale, che è la conferma della norma e del pregiudizio.
Che “non esistano neri italiani” e i gay siano “anormali” è opinione molto diffusa, forse prevalente, tra gli elettori del Salvini e della premier Meloni.
Insomma: è opinione di governo.
È, nei suoi presupposti, una cultura conformista, incapace di cogliere i cambiamenti del sociale e dell’umano. E ha tutto il diritto di esserlo senza che si gridi allo scandalo. Scandalosa, da sempre, è la novità, scandalosa la verità, scandalosa l’idea stessa dell’uguaglianza. Si lasci dunque al Vannacci e al suo editore la libertà di sostenere che il mondo è una vecchia cosa, e tale deve rimanere. Si fosse fatto meno rumore, attorno a questo testo che rimpasta il risaputo, sarebbe stato molto meglio.
L’intolleranza dei virtuosi che si ergono a giudici di tutto e di tutti sta diventando un problema, qui in Occidente. E sta diventando controproducente: fa perdere smalto e fascino a ottime idee (per esempio la libertà delle scelte sessuali) che, ergendosi a Nuovo Dogma, risultano ottuse e opprimenti. Ha detto tutto, con magistrale saggezza, Pier Luigi Bersani: “Se nel bar Italia è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile anche dare del coglione a un generale?”. Non bastava questo buon principio liberale, a liberarci dal Vannacci?

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