Un altro confine
di Mattia Feltri
L'aria sta cambiando, ha detto Matteo Salvini perché una delle navi in attesa a Catania è partita per la Francia, dove saranno fatti sbarcare tutti. Sulla nave c'erano bambini e casi di polmonite. Su una delle navi erano stati sbarcati i fragili, quelli la cui salute è a rischio. Il resto, secondo il ministro Piantedosi, è «carico residuale». Fra il «carico residuale» il deputato Angelo Bonelli ha trovato un minore di cui non si era accorto nessuno. È stato fatto scendere. Le autorità sanitarie, ha detto ancora Bonelli, non si erano nemmeno accorte di una epidemia di scabbia. Si attendono decisioni. Il comandante di una delle navi, intimato a lasciare subito il porto, non lo ha lasciato perché dice di non poterlo fare sinché avrà gente a bordo, e si è rivolto al Tar. Si attende il Tar. Due migranti si sono buttati in mare per raggiungere terra, uno aveva trentanove di febbre ed è stato ricoverato. L'altro aspetta sul molo che gli lascino raggiungere la moglie e le quattro figlie. A Catania no, ma a Reggio Calabria da una nave sono stati fatti scendere tutti. A Catania i pakistani hanno cominciato lo sciopero della fame. Il governo italiano chiede supporto dalla Ue che risponde («a malincuore»): avete torto, fateli scendere. Si ricorda che il novanta per cento dei migranti che arriva via mare, arriva sulle navi di Guardia di finanza e Guardia costiera, il dieci per cento su quelle delle Ong. La Asl di Catania ha trovato la soluzione sanitario-legale per farli scendere tutti: c'è un «elevato rischio psicologico». Per dire, cari amici del governo, che dovreste soprattutto difendere i confini fra la cattiveria e il ridicolo.
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