mercoledì 13 luglio 2022

Supercazzola Travagliata


La Superdràgola

di Marco Travaglio 

L’uomo che parla senza dire nulla ricorre spesso nelle migliori commedie. Finora c’era la supercazzola del conte Lello Mascetti di Amici miei, alias Ugo Tognazzi. E c’era Peppino De Filippo, uno dei due fratelli Caponi di Totò, Peppino e la malafemmina, che s’attorcigliava in frasi senza senso, poi si bloccava in lunghi silenzi e chiudeva con “E ho detto tutto”, facendo incazzare Totò: “Ma che ha detto??!! Quando dice ‘ho detto tutto’ m’indispone, perché dice, dice e non dice mai niente!”. Ora si aggiunge Mario Draghi, che raduna i tre sindacati confederali per non dire nulla (se non che si rivedranno a fine mese), poi convoca d’urgenza la stampa, con questo caldo, per comunicare il nulla che ha già comunicato ai sindacati, con l’aggiunta di altre frasi sottovuoto spinto che passeranno alla storia come le superdràgole: “Non posso anticipare nulla”, “stiamo riflettendo e discutendo”, “i problemi sono urgenti”, “ci sono convergenze coi sindacati” (ma Landini e Bombardieri dicono l’opposto), “le molte convergenze tra la nostra agenda e quella di Conte fanno piacere a me e forse a lui” (che infatti fa salti di gioia), “il governo c’è se lavora”, “l’emergenza è grave”, “servono interventi strutturali”, “la situazione è questa”. Frasi che potrebbe pronunciare un passante sotto Palazzo Chigi, non chi i problemi non deve illustrarli, ma risolverli. Alla fine manca solo un Totò che sbotti: “Ma che hai detto??!!”. Queste però sono domande e, salvo rare eccezioni, con Draghi non si usano.
Sarebbe interessante, per dire, sapere perché diavolo abbia infilato nel dl Aiuti l’inceneritore di Roma (città notoriamente a corto di cenere) che, oltre a contraddire la transizione ecologica, non c’entra nulla col tema del decreto in barba agli inviti di Mattarella all’omogeneità normativa: poi si stupisce se gli unici ambientalisti della maggioranza, i 5S, non votano la fiducia a quella boiata (come peraltro han fatto Lega e Iv in altre occasioni senza che Draghi facesse un plissé). Memorabile poi la versione Draghi-Orlando del salario minimo: talmente minimo che i lavoratori saranno pagati esattamente come prima, visto che valgono i contratti di settore (anche a 5 euro l’ora, contro i 9 chiesti da Conte e i 12 fissati in Germania). Una truffa che solo un gonzo può scambiare per “convergenza con Conte”. Ed è inutile vantare i 33 miliardi già stanziati: non sono bastati, quindi che ne parla a fare? E con che faccia esclude lo scostamento di bilancio? Già che c’era, avrebbe potuto smentire o confermare la frase che, secondo il Corriere, avrebbe detto a Mattarella: “Ne ho piene le tasche”. Proprio mentre le tasche degli italiani si svuotano. Superdragola per superdragola, ci starebbe proprio bene un sontuoso “màngino brioche”.

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