sabato 9 luglio 2022

Daniela!


Che seccatura: Draghi perde la scommessa contro il Covid

di Daniela Ranieri

Era un rischio ragionato, rassicurò Draghi; noi dovevamo solo stare tranquilli e darci all’allegria dello shopping e degli aperitivi. Era aprile di un anno fa: la galoppata riaperturista-wagneriana poteva avere inizio. Non abbiamo messo la “resilienza” pure nel piano economico per far ripartire le imprese (coi soldi ottenuti da Conte, ma gestiti dal più oculato e responsabile Draghi)? Era una scommessa del governo dei Migliori, gente abituata a far di conto, a giocare in Borsa, a rischiare con destrezza (se non del proprio, certo dell’altrui): vi pare che ci avrebbe messo nei guai?
Il fatto che oggi i contagi siano cento (100!) volte quelli dell’anno scorso, i morti 94 al giorno, mentre un anno fa di questo periodo erano sotto i 20 e nel 2020 una decina, dovrebbe indurre alla conclusione che Draghi la scommessa l’ha persa. Mannaggia, una bella seccatura per lui, oltre che per i 52.498 morti da metà aprile 2021 a oggi. Cos’è successo? Semplice: per onorare il dio del Pil, il governo tecnico (dunque razionale, netto, pragmatico) ha diffuso per un anno via propaganda e via decreti una sorta di pensiero magico secondo il quale il coronavirus che provoca la Covid avrebbe prima o poi capito con chi aveva a che fare e si sarebbe estinto da solo. Già lo aveva mezzo accoppato il generale Figliuolo, con la sua “spallata” vaccinale, il suo “fuoco alle polveri”, il suo “cambio di passo” e altre amenità, prima di levare le tende a immunità di gregge raggiunta (annunciata da Fazio dal generale in mimetica, nel caso dovesse sventare una recidiva della prima ondata da Codogno). Su una popolazione comprensibilmente sfibrata dalle chiusure e dalla paura, l’autorevole via libera di Draghi – il presidente del Consiglio buono, il Giovanni XXIII dei banchieri – ha agito come un balsamo: finalmente comandava qualcuno in grado di liberarci dalla pandemia e dall’allarmismo di quell’ipocondriaco di Conte. Peraltro il Green Pass (specie nella sua versione Super, Premium e Deluxe) ci avrebbe dato la certezza di “trovarci tra persone non contagiose”, come garantì lo stesso Draghi (che poi s’è preso il Covid, quindi o non aveva il Green Pass o aveva detto una scemenza). Il proselitismo dei virologi ottimisti (quelli che col caldo il virus sarebbe sparito e l’ansia uccide più del virus, etc.) ha fatto il resto.
E come mai, allora, leggiamo sul Corriere di ieri, “il ministero della Salute ha invitato le Regioni ad aumentare le disponibilità di posti letto sia in area medica sia in terapia intensiva”? Sarà che ora si corre ai ripari, dopo che il governo ha tirato i remi in barca senza fare più niente, avendo puntato tutto su un vaccino che dura 4 mesi? Sarà che Brunetta ha eliminato lo smartworking per i lavoratori pubblici? Sarà che, la buttiamo lì, la mascherina protegge più del vaccino?
Ricordiamo che nella primavera di quest’anno il governo ha deliberato: via lo stato di emergenza e via pure il Cts, questo obsoleto comitato pieno di menagramo; basta star lì a compulsare bollettini e terapie intensive. E coi primi caldi, per corroborare l’euforia dello scampato pericolo, il capolavoro: via l’obbligo delle mascherine al chiuso. Per completare l’opera, coi contagi già in risalita, via la mordacchia per turisti e vacanzieri: i Migliori hanno tolto l’obbligo anche sugli aeromobili, dove lo spazio è chiuso, piccolo, pressurizzato e pieno di persone provenienti da tutti i Paesi del mondo. Cosa poteva andare storto? Fare di ogni aereo che sorvola i nostri cieli un’incubatrice di varianti è stata una pensata non da poco, per le illuminate menti che compongono l’esecutivo (va detto che il ministro Speranza è sempre stato contrario al laissez-faire virale: ma se non è d’accordo con questi metodi da biscazzieri amorali perché non si dimette?). Da ciò si ricava un insegnamento prezioso: il virus non scompare. Tutt’altro: si adatta alla nostra stupidità.

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