sabato 16 aprile 2022

Un grande che ci allerta

 

Non ha più spazio essendo l'aere pregno di strateghi militari, ricercatissimi i giornalisti russi contesi a peso d'oro; ma è stato il mio faro nella pandemia ed ora, dopo che l'hanno schernito e sbeffeggiato, riparla mettendoci in allerta.
Ecco l'intervista di oggi sul Fatto al professor Massimo Galli:

Massimo Galli: “Chi ci governa vuole resettare il virus, ma non ne siamo fuori”
"TENIAMO LE MASCHERINE" - L’infettivologo: “Per Pasqua, cautela: ogni famiglia sa cosa concedersi, ma i più fragili vanno protetti”
DI NATASCIA RONCHETTI
Nel suo libro appena uscito Gallipedia. Voglio dire…, scritto con la giornalista scientifica Lorella Bertoglio (in libreria con Vallecchi), l’infettivologo Massimo Galli, ex direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, scrive che “la memoria dei governanti è sovente molto corta, quella dei virus è lunghissima”.
Professore, qual è la sua paura?
Voglio solo sottolineare il timore che possa essere presto dimenticato ciò che la pandemia ha fatto emergere: l’inadeguatezza del nostro sistema sanitario, della capacità di prevenzione, della gestione a livello di medicina territoriale, dopo decenni di tagli forsennati e piani di rientro. E anche nell’ipotesi che la pandemia fosse finita, e non è così, non vorrei che ci fosse la tentazione di lasciarsi alle spalle quello che è venuto a galla. Anche perché non possiamo certo aspettarci che questa pandemia sia l’ultima. Non dobbiamo dimenticare che siamo un’umanità globalizzata di 8 miliardi di persone. E dobbiamo ricordare l’impatto che abbiamo sulla natura. Magari passeranno anni, ma non sarà l’ultima.
Partiamo da questo, dalla pandemia che non è finita. Crede sia stato prematuro decretare la fine dello stato d’emergenza?
Lo stato di emergenza è uno strumento politico che ha utilità in un Paese dove la sanità è delegata alle Regioni e dove si è reso necessario centralizzare le risposte. Mai come ora ci siamo resi conto che non è pensabile avere 21 decisori. La mia opinione è questa. Ho un’età in cui posso permettermi di esprimerla…
Adesso è prevalente la variante Omicron 2, più contagiosa ma molto meno grave. E c’è una tendenza alla diminuzione dei contagi…
Fa comodo non dirlo, ma i casi reali sono molto superiori a quelli ufficiali. Prendiamo la Germania. A parità di diffusione della variante ha avuto molti più casi di noi. La spiegazione è che nel nostro Paese tanti non vengono rilevati e contati. E poi chi l’ha detto che Omicron 2 è buona? Il numero dei morti degli ultimi 28 giorni è la prova che è sbagliato sottovalutarla. E poi stiamo vedendo numerosi casi di Long Covid legati a Omicron 2. Con strani sintomi che perdurano. Stanchezza cronica, dolori di vario tipo, problematiche al cuore. Ne vediamo di tutti i colori. Bisogna finirla con la storia che Omicron 1 e 2 porteranno tutti a una vaccinazione naturale.
Meglio quindi non essere troppo ottimisti?
Dappertutto si cercano motivi per dare segnali di ottimismo, mentre sarebbe meglio invitare alla cautela.
I medici di famiglia sono allarmati. Temono che le festività di Pasqua, con la fine delle principali misure restrittive, possano trasformarsi in una replica della grande diffusione del virus che abbiamo visto lo scorso Natale.
E hanno ragione. Qualsiasi medico con la testa sulle spalle non può che avere questo timore. Perché non ne siamo fuori.
Qualche consiglio?
Le famiglie conoscono bene qual è il loro stato vaccinale. Sanno cosa possono permettersi per quanto riguarda pranzi, cene, scampagnate viaggi. Mi auguro che passi questo concetto di responsabilità per la tutela degli anziani e delle persone più fragili. Purtroppo queste varianti possono colpire anche i vaccinati. E non siamo tutti uguali di fronte alla vaccinazione. Per questo dobbiamo cercare di proteggere i più deboli, di non esporli a situazioni rischiose.
Mascherina al chiuso sì o no?
Non è certo una forma di coercizione della libertà. È una forma di protezione individuale. Quella chirurgica protegge gli altri, la FFp2 è maggiormente protettiva in tutti i sensi. Anche per me, che sono asmatico, a volte è un disagio indossarla. Ma è bene farlo.

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