venerdì 22 aprile 2022

L'Amaca

 

L’autogol del secolo
di Michele Serra
Il vantaggio di avere pochi intellettuali, dunque poche voci pubblicamente riconosciute, ha consentito alla destra italiana di non pagare pegno al suo annoso coinvolgimento con l’amico Putin. Un quasi corale silenzio, con l’eccezione di qualche sortita sguaiata su giornali-macchietta, ha permesso ai leader della destra di uscire alla chetichella, senza nemmeno alzare le mani, dall’assedio dell’evidenza.
Al contrario la sfortuna di averne troppi, di intellettuali, e molto loquaci, e onnipresenti sui giornali e nei talk show, è costata alla sinistra italiana l’autogol del secolo: la guerra sovranista di Putin, che sembra fatta apposta per mettere in difficoltà Berlusconi, Salvini e Meloni, ha prodotto sconquasso, liti, accuse, divisioni soprattutto a sinistra e nel centrosinistra. Laddove un diffuso europeismo avrebbe dovuto facilitare, almeno sulla carta, una certa compattezza di giudizio su una guerra così antieuropea; e lo spirito democratico avrebbe suggerito di ascoltare le opinioni difformi senza crisi isteriche, anatemi e pestaggi giornalistici.
Difficile dire, in questo disastro polifonico, se abbiano pesato di più lo storico masochismo, la vanità personale che acceca, l’ottusità politica, una imprevista maleducazione intellettuale; fatto sta che tutto il peso “ideologico” di quanto accade in Ucraina si è abbattuto sulla sinistra come un Mig, e le macerie sono ancora fumanti: basti pensare allo spirito, assurdamente polemico, con il quale si va verso il 25 aprile, festa di pace, di mitra deposti, di ricostruzione, che la guerra sta scempiando anche a suon di parole, tutte riprese dai giornali con gioioso zelo. Tra le mille anime della sinistra, manca una autorevole corrente No Comment.

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