La fiera del tartufo
di Marco Travaglio
Alla fin della fiera, questa drôle de guerre italiota da divano tra putiniani inesistenti e antiputiniani fuori tempo massimo dipende tutta da un vizio di fondo: giudicare la guerra – quella vera – con i criteri della morale. L’ha spiegato Gustavo Zagrebelsky su Rep, incenerendone la linea senza farsene accorgere: “I potenti che in tempo di guerra brandiscono una superiorità morale” a colpi di “valori si espongono a facili ironie e non favoriscono la pace. Alzano barriere… creano incomunicabilità e ostilità. Alimentano fanatismo, conformismo e ‘partiti unici’”, anziché “smascherare l’uso dei valori, che stanno in cielo, guardando i morti e le sofferenze, che stanno in terra… La guerra c’è, e ci sono gli aggressori e gli aggrediti. È l’unica certezza… Ma una cosa è aiutare le vittime promuovendo la pace, altra cosa è aizzare i fanatici”. È da un pezzo che non esistono guerre morali, anche perché nessuno può fare la morale sulle guerre. Mussolini toccò l’apice del consenso nel 1935-’36 con la campagna d’Etiopia e le sanzioni delle potenze coloniali all’Italia che osava prendersi l’ultima fettina d’Africa lasciata libera da loro: un’ipocrisia che indusse pure Croce e Albertini, antifascisti doc a donare l’oro alla Patria.
La stessa ipocrisia oggi gonfia la propaganda di Putin ogni volta che un paese Nato, Usa in testa, estrae i sacri valori contro la sua sporca guerra. Se il nostro faro morale è la pace, perché abbiamo scatenato tante guerre? Se è la vita umana, perché ne abbiamo sterminate 1 milione in Afghanistan e Iraq (e se 2 mila morti in Ucraina sono un genocidio, quelli cos’erano)? Se è il divieto di tortura e armi chimiche, perché le abbiamo usate ad Abu Ghraib e a Nassiriya? Se è la democrazia, che ci fa Erdogan nella Nato? Se è la resistenza dei popoli aggrediti, perché inviamo armi non agli yemeniti o ai curdi, ma all’Arabia, agli Emirati e alla Turchia che li bombardano? Se è la libera stampa, perché Biden vuole arrestare un’altra volta Assange (e che differenza c’è fra lui e Navalny)? Se è la difesa dei diritti civili, perché pendiamo dalle labbra della Polonia? Se è l’autodeterminazione dei popoli, perché c’infischiamo da otto anni del Donbass massacrato dagli ucraini? Se è l’antifascismo, perché ci stanno bene pure i nazisti di Azov? La morale è affare troppo serio per lasciarlo in mano ai moralisti da strapazzo.
Ps. Letta è indignato perché compriamo gas dall’Egitto che ha ucciso Regeni (e forse non lo sa, ma gli vendiamo pure le armi) e per il Dpcm di Draghi sulla base militare a San Rossore coi fondi del Pnrr. Gli diamo altre tre notizie sconvolgenti, così s’indigna un altro po’: il Dpcm l’ha proposto il ministro della Difesa Guerini; Guerini è del Pd; Letta è segretario del Pd. E parlarsi, alle volte?
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