sabato 2 aprile 2022

Daniela su Mario

 

Mario Draghi, l’ex santo subito ora scaricato (pure) dal papa
DI DANIELA RANIERI
Vi ricordate l’allievo dell’Istituto Massimo, il “miracolo” umano che incontra il Pontefice in udienza privata con la moglie Serenella, che “seduce come un salesiano” ma “conquista come un gesuita” (Foglio)? Ma sì, dai, “il gesuita del potere, incantatore, atermico” (Foglio), nominato da Papa Francesco membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, il premier che “comanda tacendo” come Ignazio di Loyola (Domani), anzi, a dirla tutta, che “offre il corpo” vaccinandosi (Repubblica), come Nostro Signore? Non vorremmo sembrare blasfemi, ma azzardiamo l’ipotesi che il crisma di Santa Romana Chiesa in fronte a Draghi stia venendo meno, che l’acqua santa si stia asciugando sul capino del santo subito della Bce, e che la cosa non stia avendo il giusto rilievo.
È successo che il Papa ha detto parole piuttosto inequivocabili: “Io mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Pil per l’acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!”. Draghi ha ringraziato Papa Francesco, fischiettando e facendo finta che non ce l’avesse con lui (ma su 30 Paesi Nato, noi siamo tra i 10 che “si sono compromessi”, quindi il cerchio si stringe).
E gli organi di stampa dell’establishment, siccome non possono scrivere che il Papa dà del pazzo a Draghi e ai padroni del mondo cui egli obbedisce, censurano il Papa. Mentre continuano l’opera alacre di pompare la propaganda di guerra, dando a intendere ai lettori che trovare 13 miliardi sull’unghia per le spese militari c’entri qualcosa con l’invio di armi all’Ucraina aggredita (a cui comunque il 55% degli italiani è contrario, secondo Emg), relegano il grido del Papa alla colonnina delle curiosità. Siccome non possono dargli del filo-Putin e nénéista come fanno con chiunque, pur condannando Putin, non sia d’accordo con l’escalation militare (e siccome è meglio non inimicarsi gli ambienti vaticani con una guerra esplicita), mettono la dura accusa del Papa in fondo a pagina 38, come fosse la boutade di un anziano moralista un po’ scioccherello e idealista che non sa come va il mondo. E invece di chiedersi come mai Letta e gente cattolicissima del Pd e del non-partito di Iv, per non parlare dei berlusconiani e dei centristi baciapile, sono a favore delle armi, cioè della morte, fanno passare Conte, che è contro, per un furbacchione che vuole capitalizzare il consenso (allora lo sanno, che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria al riarmo).
Draghi, come detto, fischietta. Lontani i tempi in cui il presidente della Cei, cardinale Bassetti, diceva che era stato messo lì dalla Provvidenza per assegnare “una prioritaria attenzione alle persone e alle famiglie maggiormente segnate da sofferenza, precarietà e crisi economica”, con “una particolare sottolineatura dell’orizzonte politico europeo, alla solidarietà tra le nazioni, alla pace, allo sviluppo sostenibile e alla giustizia sociale”. Come no: armandoci fino ai denti, tagliando la spesa sociale per comprare carrarmati, facendo altro debito in piena crisi post-pandemica, depauperando la Sanità già devastata, ignorando la via diplomatica (o piuttosto è la via diplomatica che ignora lui) per privilegiare quella delle armi.
“Ma la risposta alla guerra non è un’altra guerra, la risposta alle armi non sono altre armi”, ha ribadito il Papa. Ma, obiettano i furbi liberali militaristi, il catechismo dice che la difesa è sempre legittima (omettono di dire che l’Italia non è stata attaccata), e dobbiamo colpire la Russia con altre sanzioni durissime, casomai scaldandoci coi fuochi di campo. Niente da fare: per il Papa la risposta non sono nemmeno “altre sanzioni”.
Emblematico l’agguato tv di Federico Rampini (Corriere) a Marco Tarquinio, direttore de L’Avvenire, colpevole di pensare che le sanzioni “sono come bombardamenti: non piegano i regimi, ma piagano i popoli; si blocca il grano in Russia e si muore di fame in Nord Africa”. Per Rampini semplicemente Tarquinio è “uno dei tanti che lavorano per Putin” (ignora che le sanzioni americane all’Iraq causarono la morte di mezzo milione di bambini), compreso quindi il Papa. Ma il Papa ha detto un’altra cosa micidiale, per questa classe dirigente che vuole portarci alla catastrofe e per i giornali interventisti dannunziani che gli reggono il moccolo, facendosi piacere pure i fichissimi nazisti ucraini del battaglione Azov pur di fomentare gli animi. Ha detto che serve “un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti, un modo ormai globalizzato di impostare le relazioni internazionali”. In altre parole, i capi dei Paesi occidentali sono dei post-nazionalisti violenti che fanno pagare ai loro popoli l’illusione di difenderli, del tutto inadatti a governare in questa terribile fase storica. E dunque “l’uomo della Provvidenza” non era per niente tale (e anzi dovrebbe vergognarsi).

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