lunedì 21 dicembre 2020

Piccolo ettore


Se si organizzasse una cena comunitaria e vi fosse tra i partecipanti un ettore rosato qualsiasi, ossia un ristagno di ragionamenti con tanto di rane e ranocchi, un flebile rigurgito in una birreria tedesca durante una gara molto combattuta, un’arancia al Carnevale d’Ivrea, la stessa cena sarebbe composta da quattro primi senza secondi o viceversa, o più probabilmente solo da pane e acqua. Perché rosato è un gianduiotto telecomandato dal noto Instabile Irriguardoso Democratico, un buffetto borotalcato soffice e gommoso in balia dei venti ruttologi astiosi spiranti dalle oramai desolate terre rignanesi, un devoto destinato all’oblio con un futuro posto fisso in una cupa osteria periferica, a narrar gesta sconclusionate sul suo signore ridanciano, ormai privo persino di quella flebile dignità agevolante quell’uscita di scena agognata e sospirata da quasi tutti.

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