giovedì 24 dicembre 2020

Pur in buonismo natalizio

 Cerca di fare il bravo, non ti senti più buono, è Natale etc. - no non è servito nulla per rasserenarmi difronte alla solito, becero, infausto menefreghismo italico. E mi riferisco alla notizia, di per sé strappalacrime, dell'abbandono dei nostri connazionali in terra albionica. 

Premessa: non sono chiamati in causa coloro che hanno la residenza inglese, per loro il fatto non sussiste, dovranno rimanere lì. E allora su chi incentriamo l'attenzione? Su coloro che sono andati a Londra di questi tempi con cittadinanza italiana. Quanti sono? Si stima da mille a duemila persone. Vogliamo fare una percentuale azzardata? Diciamo che un 20% si sia recato dalla Regina per motivi di lavoro, anche se lo dobbiamo ammettere, oramai con le video conferenze il problema della presenza in altre nazioni parrebbe essere risolto. Ma voglio fare il buono, avvolto dall'aria natalizia. Rimane un 80%, diciamo mille-milletrecento persone le quali, in barba alla situazione, sbeffeggiando i sacrifici di molti, infischiandosene della pandemia, sono andati presumibilmente in vacanza a Londra per riverire ed ossequiare la linea sociale da sempre stemma della loro casta: farsi i cazzi propri alla faccia di tutti gli altri, che siamo noi! 

Bene, anzi: male. A tutti questi inverecondi pusillanimi dico, e ridico, una verità sgorgante dal cuore: sarebbe giusto che passaste le feste laggiù, visto il menefreghismo che vi contraddistingue! Sarebbe giusto che nessuno vi venisse a prendere, perché siete dei somari appiccicosi, flaccidi nello spirito, insensibile alla scomparsa di oramai settantamila connazionali! Ma siccome siamo bravi, vi verremmo a prendere. Ad una condizione, è il mio parere: che paghiate profumatamente il viaggio e, Dio non voglia, in caso di contagio vi paghiate pure le spese sanitarie. Questa sarebbe la giustizia seria per mortadelle insipide come apparite ai nostri occhi, a noi che ci rompiamo i coglioni tutto il giorno con le mascherine, l'attenzione al distacco sociale, che passiamo giornate da soli, ponendo attenzione massima a non andare in luoghi affollati, che siamo stantii nei nostri pertugi, che c'addoloriamo quotidianamente nell'apprendere il numero de defunti Covid, che sono, nel caso vi siate distratti dai luccichii di Harrods o dall'imponenza di Trafalgar Square, ancora più di cinquecento pro die, e a noi, che siamo pusillanimi intimoriti dal pandemico, mai sarebbe venuto in mente di pensare ad una vacanza inglese, supponendo l'impropizio momento, visto che ci sentiamo parte di una comunità che dovrebbe essere unita nello sforzo di debellare il Bastardo. 

Ed invece no: esistono sacche senza dignità, menefreghisti della malora, pusillanimi che anche di questi tempi riescono a sottostare ai dettami di quella adulterata libertà che pretende il viaggio "shopposo" possibilmente lontano da casa, perché, si sa, se vai in una spiaggia amena, magari più brutta delle pugliesi o delle sarde, ma oltreoceano, allora sei in ricerca di pace, tranquillità e, soprattutto, alla moda. 

Come l'imbecille che va a sciare nonostante gli avvisi di valanghe e, una volta recuperato, si paga le spese dell'elicottero, cosi gli idioti smaniosi di nebbia oltremanica si dovrebbero pagare i costi dell'organizzazione messa in piedi per il ritorno a casa. E lo ripeto: in caso di contagio preso ed accertato in quelle lande, il costo della cura dovrebbe essere depennato dalla sanità pubblica e ribaltato su di loro; per una questione di equità, giustizia e rispetto per i nostri morti e per tutti coloro che anche oggi stanno lottando per la vita. 

E per ultimo, il classico augurio in jingle bells: andate a ciapar i ratti!      

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