E niente, rimetto in valigia i buoni propositi natalizi, i fioretti, il volemosene bene jingle bells, il presepe, i festoni, per prepararmi adeguatamente a mandare a fare in culo questo ominide, al secolo Domenico Guzzini, un concentrato unico d'imbecillità difficilmente riscontrabile sulla sfera terraquea se non al grattacielo della Regione Lombardia e nell'inquilino scomodo della Casa Bianca per fortuna in procinto di essere celermente disinfestata.
"Anche se qualcuno morirà pazienza."
Questa frase pronunciata dall'idiota è il nettare, il simposio di quella vaga idea di umanità attraversante i molti cretini che si credono illuminati ed in realtà sono sprofondati nella squallida ombra glaciale della nullità.
Ad essere cattivi ci sarebbe da augurargli una cosuccia, una coabitazione. Ma non arrivo a tali scempiaggini.
Prendo solo il libretto dei canti e sulla melodia tipica di questo tempo gli auguro di passare delle buone feste, meditando su quanto sia deleterio ridursi in questo stato di prostrazione intellettuale. Va a ciapar i rat!
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