mercoledì 3 giugno 2020

Le code scodinzolano!


Ascoltando il notiziario radio già s'avverte la novità, meglio dire che essendo mancata per molti giorni è ritornata in auge, delle code autostradali! Allora è proprio vero! Siamo ripartiti! Come ritornare nell'enorme luna park d'infanzia e trovare i giochi tanto adulati delle fetecchie? Può essere, ricordo la nostalgia che mi assaliva nei primi tempi di clausura pandemica per le ovvietà tanto detestate, le code all'autogrill, le file per il parcheggio, persino gli idioti al volante, anche in moto, mi mancavano. 
Ma come ho già detto, la purificazione di quarantena, mi ha filtrato alcuni aspetti che da essenziali sono divenuti marginali. 
Non fremo più per nulla se non per la quiete interiore dettata da alcuni mix imprescindibili: buona musica, letture edificanti, sigaro e rum. Non chiedo altro. Non impazzisco più per le amene località dove la bellezza è direttamente proporzionale alla lontananza dal giaciglio assegnatomi dal fato, con questa mentalità andare su Marte, a parte l'ebbrezza della novità, per vivere tra i sassi rossi del pianeta dovrebbe essere maestoso, irrinunciabile, un must, ed invece l'attuale ragionamento m'insegna che vivere in un posto così è una colossale merdata.
Guardo attorno a me, promontori, onde infrangersi su scogli, la limpidezza del cielo, la vista del verde collinare e mi chiedo: perché dovrei andar per altri lidi a ricercar bellezza, abbruttendo la meraviglia postami accanto? 
Liofilizzando antichi nuraghi del cuore, riesco a vivere meglio, incastonato nel mio giaciglio panoramico, osteggiando tutti coloro che attorno smaniano per ritornare all'anormalità di prima, una volgare miscela di pacchiano, di insulso, di etereo, d'inutile ed effimero. 
Sono cosciente, prendendo possesso di me stesso, della finalità esistenziale, ho chiaro impresso nei bulbi psichici che non potrò abbeverarmi alla Sapienza nella sua interezza, essendo limitato con chiari ed immobili recinti posti per la salvaguardia del bene primario, rendersi cioè conto dei propri limiti intellettivi, delle ansie ripiegate in bauli sempre aperti, dei rimorsi per il tempo perduto, dello spettro dello sminamento dell'apprendimento per canizie improrogabili. 
Vivere al meglio non si confà all'accaparrare cianfrusaglie ingombranti. Sfottersi quotidianamente, soprattutto quando ti ritrovi in code estenuanti per l'inchino al ninnolo del momento, è il sale della vita, di questa vita il cui anonimato non è per niente motivo di increspamento interiore, tutt'altro: se respiri del mondo capirai quanto sia essenziale farlo sommessamente.      

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