mercoledì 24 giugno 2020

Già, Michele!


L’amaca

In quale secolo siamo?

di Michele Serra

Un euro e mezzo all’ora (!!!) per stare nei campi fino al crollo fisico. Maltrattamenti, segregazione, razzismo. Le notizie sullo sfruttamento dei braccianti immigrati (gli ultimi aggiornamenti vengono da Amantea, Calabria) sembrano provenire da secoli remoti, prima di Di Vittorio e i suoi "cafoni" redenti, prima di Pelizza da Volpedo e il Quarto Stato, prima degli albori ottocenteschi del socialismo e del sindacalismo. Probabile che nelle piantagioni dell’America schiavista il trattamento fosse almeno un poco più accorto, lo schiavo era un bene del padrone, logorarlo o distruggerlo non era conveniente. Qui, nel 2020, si racconta invece di bengalesi usa e getta.
Senza retorica, e per la sola evidenza dei fatti, va detto che qualcosa dev’essere proprio successo, negli ultimi venti trent’anni, perché non ci accorgessimo di niente; o ci accorgessimo di molto poco, e solo sporadicamente. La politica, certo, ma anche i giornali, il dibattito pubblico, il senso comune: come hanno potuto non registrare un così spaventoso salto all’indietro, il crollo dei salari, dei diritti, della considerazione concessa a persone tramutate in una carrettata di braccia da caricare e scaricare su furgoni scassati, da picchiare se rovesciano una cassetta di frutta, da far dormire tra i loro rifiuti? Va bene il disarmo della sinistra e della sua cultura; ma anche ammesso che la sinistra sprofondi all’inferno come sognano, da secoli, gli sfruttatori e i prepotenti, come può essere che un Paese europeo dotato di Costituzione, leggi, un senso comune apparentemente civilizzato, contenga un abominio come questo senza che mezzo anticorpo, mezza rivolta di coscienza, mezza scomunica faccia salire la febbre?

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