lunedì 9 dicembre 2019

Effervescenze


Poliedricamente assurge attorno a noi il remake, a volte nostalgico o anche riducente ansie e timori, della preparazione alle feste, con da un lato tutti i rancorosi intimoriti di veder perdere impercettibilmente gioie, fittizie, e onori conquistati a prezzo soverchiamente acclarato sull'altro, vuoi il cameriere, il tappetino umano che tutti loro hanno, a volte miseramente pagato in nero, o la colf sfiancata nei valori, o lo sguattero di loro corte, il parcheggiatore, il lacchè svuotato dai propri affetti, la stiratrice non conoscente la parola "festa", il tapino respirante pronto ad arieggiare la terza, quarta, quinta casa per la gioia di lor signori e dei loro riti pagani attorno alla fine d'anno. 
Sdoganato come abbiamo la schiavitù non ci curiamo più del fatto di come essa continui a ribaldeggiare attorno a noi normali, molto spesso soverchiati dal rimbambimento generale. 
Mi sconquassa l'umore avvertire questa sauna di amplessi rituali, le partenze per cari lidi, il riscaldamento già in atto di case innevate, frutto del prodigarsi di molti agilissimi nella corsa all'accaparramento insalubre sui resti, briciole, di ciò che dovrebbe essere di tutti. 
Sgomitano, superano sulla destra, percuotono pur di esserci, di merrychristmasteggiare alla faccia dei più, di dissimulare menefreghismo in pulizia di facciate, imbiancando sepolcri, senza ragione, senza virtù né remore. 
Un altro Natale s'avventa per evidenziare storture, tra canti e strenne. Non ne posso più di sottostare a cotanto giogo consumante regole una volta caposaldo della dignità d'ognuno! 
Non è invidia. E' partecipazione ai dolori di molti a cui stanno togliendo e toglieranno tra un jingle bells e l'altro, la dignità propria di ciascun vivente, immersi in quel becero buonismo figlio di questa era cannibalizzante i tesori dello stare insieme.       

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