lunedì 2 dicembre 2019

Babbeismo smodato


Leggendo l'inchiesta sul Fatto Quotidiano circa le grandi, colossali ruberie dei cosiddetti colletti bianchi, oltre al voltastomaco m'assale un senso di impotenza, un mix di agghiacciante consapevolezza di essere, un babbeo certificato della miglior specie! 

In tutti questi anni, nei lontani periodi in cui la macchina mefitica ha portato alla ribalta i cosiddetti "Signori della Finanza", sono stato glacialmente immobile, sovrastato dalle incensazioni che peripatetici adornati di penna hanno dedicato a codesto ciarpame normalizzato dalla nostra, mi metto in prima fila, assuefazione mentale. 

Alitalia, Autostrade, Telecom. 
Tre nomi, tre panorami dove è avvenuto un brigantaggio senza confini, impunito, agevolato dalla politica di merda, ossequiosa, miagolante, protesa a raccogliere briciole, meglio bricioloni, senza alcuna dignità, senso di appartenenza allo stato, decoro professionale. 
Alitalia dai tempi della Balena Bianca era un coacervo di voti, di preferenze, di consensi e le assunzioni fioccavano sfanculando bilanci, controlli, alla faccia del disavanzo. Poi arrivarono gli osannati dai media e vendettero, svendettero, rotte dorate per qualche ninnolo in più, contribuendo all'affossamento colossale di un cammeo nazionale. 

Autostrade venne messa in mano alla Famiglia ben nota, con contratti capestro, per il bene pubblico, e quelli sulla tolda a quel tempo, c'era naturalmente pure il Puttaniere, svendettero in nome del ritorno, un bene di tutti, facendo guadagnare i soliti noti. 

Telecom: era un gioiello, un vanto nazionale, un'azienda di cui andar fieri nel mondo. 

Invece, ecco dove nasce la consapevolezza di essere un altisonante babbeo, abbiamo lasciato che c'inculcassero l'idea che i ladri fossero quelli con la fiamma ossidrica in mano, quelli con il volto coperto all'interno di una banca, dimenticando ahimè che i veri briganti fossero coloro che in pompa magna adulavamo sullo schermo, trepidando per le loro intrepide azioni finanziarie.
Invece comprarono con i soldi delle banche, non rischiando nulla, spolpando, dissanguando gioielli appartenenti a tutti noi.  
Telecom ad esempio quando fu acquistata da Colaninno per 30 miliardi, vide il proprio disavanzo aumentare da 8 a 38 miliardi, la spesa per gli interessi aumentare dai 700 milioni di allora a 3 miliardi per poi arrivare nel 2015 a ben 5 miliardi! 

In 18 anni le banche hanno succhiato a Telecom ben 60 miliardi di interessi. Capite lo scempio? 
Ma al peggio non c'è mai fine: nel 1998 Telecom aveva 130mila dipendenti ed un fatturato di 30 miliardi. Oggi ci sono 54mila assunti e 18 miliardi di ricavi. 
Quante banche dovrebbero svaligiare quelli che attualmente definiamo ladri per stare al passo di "lor signori"? 
Nel 2001 Colaninno vende a Tronchetti Provera, scusate tracanno il Maalox, il quale, una volta acquistatala, vende alla sua Pirelli i pochi immobili rimasti, completando l'alibabata. 
Oltre allo scempio di qui sopra, i cosiddetti top manager, facciamo i nomi dai! Colaninno, Enrico Bondi, il Tronchetto della felicità, sua, Riccardo Ruggiero, Carlo Buora, Bernabè, Marco Patuano, Giuseppe Recchi, Amos Genish, Arnaud de Puyfontaine, Fulvio Conti, Luigi Gubitosi, si sono cuccati la bellezza di 20 miliardi, venti miliardi porcaccia miseria! che sommati ai 60 degli interessi hanno composto la cifra di 80 miliardi che, indovina indovinello, chi ha pagato? Noi, li abbiamo pagati noi, i soliti immarcescibili babbani, i proni a questa normalità sbertucciante regole, deontologia, visione d'appartenenza ad uno stato. E mentre questa ciurma si annaffiava il portafogli, i dipendenti erano obbligati a sottostare a contratti di solidarietà, rinunciando a fette importanti di stipendio! 
Capite in che cazzo di era viviamo? 
Un piccolo bignami: società serie, ricche spolpate da pochi che smembrano ogni cosa per proprio tornaconto. Riduzione di personale, tagliatori di teste al settimo cielo, stipendi inverecondi a manager che non vorrei neppure a gestire il fondo cassa di un circolo ricreativo, sofferenze per i dipendenti e disfacimento totale di ogni beltà, appassimento di fiori all'occhiello. 
Senza ritegno, senza pudore. 
E poi dicono che Marx era un sognatore. Ma vaffanculo, và! 

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