martedì 31 dicembre 2019

Consapevoli ladroni


Li vedo, li sento, li immagino: fasciati nei loro smocking con al fianco damigelle ingioiellate, sfarzosamente pacchiane. Sono loro, non tutti chiaramente, i ladroni impuniti che stasera non baderanno a spese, gozzoviglianti all’inverosimile, circondati da gigantesche aragoste, da fiumi di champagne, da cibi frastornati, ossequiati da schiavi 2.0 che li serviranno umilmente, sperando in qualche briciola cadente dai loro deschi. Rideranno, farfuglieranno al solito inimmaginabili cazzate, parleranno di massimi sistemi, del tanto amato off-shore, delle isole lontane in cui hanno riposto i loro tesori lontano dalle giuste gabelle, fondamento della società civile, che lor signori continuano ad eludere, sbeffeggiandoci allegramente.
Inumani, sottosviluppati culturalmente, diversamente civili, questi inabili alla convivenza sociale godranno oltremodo nel lucidare il proprio status che soltanto il babbionesimo dilagante ha permesso di divenire regola divaricante principi fondamentali dell’attuale struttura sociale. Si, mentre brinderete al nuovo anno meditate! Meditate su quello che, inerti ed inermi, abbiamo loro concesso: possono andare a pagare le poche tasse in paesi molto comprensivi, possono assumere a paghe da raccoglitori di cotone chicchessia, possono licenziare beatamente, sfruttare senza remore, stressare senza frontiere, pagare quel poco quando cazzo gli pare, mettere in cassa integrazione appena impercettibilmente calino i loro profitti mastodontici; fatturare ad altre società satellite ingigantendo le spese, lucrare sulle spalle dei molti che lottano per sopravvivere. E poi aggiungiamo tutti i boiardi di stato, i dottoroni del nulla con stipendi favolosi, grazie alla dea Burocrazia; tutti i super pensionati, compreso il Topastro che inghiotte decine di migliaia di euro al mese, i dirigenti attorno al nulla Rai, Alitalia e il suo sprofondo eterno che ai mega stipendiati nulla importa tanto è vigente il menefreghismo dittatoriale incurante di bilanci e pareggi, attenti come sono alle loro mensilità. Andiamo oltre: quei primari impegnati più a mercanteggiare sulla salute, sulla vita in bilico di molti, che sulla loro vocazione, su quanto asserito da Ippocrate e quant’altro; i giullari di corte, gli infilati nelle società a partecipazione pubblica, gli assessori malevoli e dediti al mercifico mercato delle approvvigioni pro partito e pro loro.
Insomma sono tanti, sono troppi coloro che minano la democrazia, il quieto vivere, la parità sociale. 
Non resta che auspicar loro un cenone di stampo diarroico. Così, tanto per pareggiare ciò che il fato bastardo concede loro senza sanzioni, senza alcun problema con questa giustizia terrena stranita ed ottenebrata.

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