mercoledì 21 agosto 2019

Nel meriggio


Nel pieno meriggio, dopo aver assistito meravigliato alla sassaiola del Premier contro il Cazzaro, aver seguito la sconquassata replica del Bisunto del Po, attento e rapito dall’inedito reality, ho seguito, ammaliato, il discorso del Bomba, la sua arte innata e trascinante che, se fosse applicata al mercato delle pentole porta a porta, stresserebbe il reparto produzione delle stesse, vista la sua capacità di ottenere consensi attraverso una mimica straordinaria e, lo ammetto, per un attimo mi sono compiaciuto, quasi approvandone la linearità dei concetti, la nitidezza degli obbiettivi, l’evidenziazione dei pericoli prossimi futuri ma, per caso o protezione, gli antichi padri mi hanno fortunatamente scosso nella razionalità e, subitaneamente, come per incanto, avendo riacquistato padronanza di me stesso, ho rivisitato con fermezza e sinapsi le sue parole, dettate da fobia elettorale e colpevole ritardo sulla sua prossima, certa, uscita dal partito ridotto a stracceria proprio dall’inadeguatezza, dall’inconciliabilità del suo pensiero con i fondamenti ereditati dai padri i quali, con fatica immensa, modellarono architravi per un pensiero di sinistra oramai deteriorato, desueto, liofilizzato dalla piaggeria, dal Ballismo, dalle frescacce di questa sirena rignanese, che ripulì, inscatolò, mise in soffitta le poche, granitiche e vaghe idee di socialismo (cit.)

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