lunedì 12/11/2018
LA LETTERA
Ode alla borghesia (dove eravate?)
RIECCOLA - SI È RICOMPOSTA SULLA TORINO-LIONE (CHE NON ESISTE). MANCA SOLO GABER A PRENDERLA IN GIRO
di Beppe Grillo e il suo neurologo
Caro direttore, le classi sociali sono come gli organi, tutti importanti. La borghesia oggi appare con l’occhiale spesso e strano, con infinite magliette e infiniti colori da spalmarci sopra, non deve certo farsele sponsorizzare dall’elettrauto sotto casa. Ha una tradizione di “gente studiata” e, oggi, non si vergogna di dare agli altri dell’ignorante. È ricomparsa, ed è anche cambiata. È la borghesia di questo primo scorcio di millennio, un po’ più aggressiva e sempre più benpensante. La globalizzazione le ha fornito tanti elementi su cui benpensare.
E così, a vedere i nostri borghesi in piazza a manifestare per il Tav ho provato un senso di nostalgia ed affetto per i tempi andati. Tutta quella dissimmetria ideale e fattiva fra l’enorme buco da fare, le tonnellate di polveri, il clangore delle merci che passano, l’appoggio ideale della destra salviniana, insomma: tentare un nuovo Mose, tentare un nuovo ponte di Messina.
Benpensanti che vedono nel Tav inesistente l’Italia che non entra nel mondo, ma il Tav di cui si parla da decenni non è stato proprio fatto, non c’è, così come è chiaro quanto - nei trasporti - la velocità la facciano gli snodi e non le tratte libere (i porti e il loro funzionamento e non i mari).
Ma anche questo è uno dei caratteri distintivi della cara vecchia borghesia che saluto felice: bisognava mettere in discussione uno dei suoi feticci per vederla ricomparire.
Questo è un periodo storico importante, perché in modo figurato - oppure un po’ meno - l’Italia si sta colorando di tutti gli ingredienti degli anni del boom: i lavoratori, la borghesia, i compagni, i fascisti, ma… mancano soltanto i rossi, magliette sì… ma quelle non c’entrano niente. Abbiamo i parrucconi, che si sono trasferiti nei talk show abbandonando i salotti buoni dove lasciano i figli annoiati a tirare su e iniettarsi dolci nettari d’oblio per scordarsi almeno per qualche ora dell’ipocrisia.
Stanno tornando tutti, puliti e lindi nei loro licei di pregio… che classificano ogni anno, rinchiusi dentro una gabbia di provinciale cerchio intorno alla testa. Non manca nulla, chi se la prende con gli immigrati personalmente e non come problema epocale di trasferimento di manodopera a basso costo (e così via), chi se la prende con i congiuntivi di Di Maio e chi cede alla tentazione di far rivivere Kossiga al ministero dell’Interno…
Insomma, c’è da essere contenti, l’Italia cambierà molto più lentamente di quello che speravamo. Ma, intanto, bentornata borghesia: faro sempre fisso, punto di riferimento per la noia di vivere, ma anche fucina delle menti di tutta Europa. Ma, ricordate, come dice la storia, tocca a voi negare i diritti della gente che lavora, siete voi il cuscinetto fra Amazon e i suoi dipendenti sottopagati, a voi arrivano prelibatezze accompagnate dal sudore dei ragazzi a domicilio.
Davvero, sono contento, perché il Paese potesse cambiare era necessario che la borghesia si ricomponesse: non importa se il Tav Torino-Lione in Italia non esiste proprio, nemmeno un chilometro, quello che importa è che siete tornati voi borghesucci: manca solo Gaber a prendervi in giro e l’Italia sta tornando (forse) se stessa? Questa borghesia rediviva ci aiuterà soprattutto in una cosa, determinante: trasformare aspri conflitti sociali in questioni da salotto e questioni da salotto in tragedie: bentornati ancora.
Nessun commento:
Posta un commento