martedì 4 settembre 2018

Parole sante?


“La Chiesa è come uno yogurt scaduto. È fuori dal tempo. Ricordo le straordinarie parole del cardinal Martini: la Chiesa è indietro almeno di duecento anni. Era la verità. Resta la verità.”
(Vito Mancuso - teologo)

Parole forti quelle di Mancuso, forse opinabili che però aprono un varco in questa devastazione, culturale e di fede, che attanaglia la Chiesa di questi ultimi tempi (non necessariamente dal sapore armaggedoniano)
Da dove partire, immeritatamente sia chiaro? 
Dalle solite piccole cose, quelle che come disse S.Francesco sono le più importanti. Non è che ultimamente gli scandali emergenti siano segnali di un diabolico aumento di fatti da macigno e corda al collo, tutt'altro: stanno solo affiorando mentre prima venivano brigantescamente occultati. 
E allora questi cardinali erotomani, questi silenzi appartenenti ancora alla vecchia e schifosa cultura preservante preti, vescovi e principi dalla giusta gogna, dalla sacrosanta galera stanno minando la fede, la rispettabilità della Barca affidata a Pietro? 
Come non incentrarsi sui seminari, sulla scelta, sul giudizio di ammissione, labile, troppo labile, a questo discernimento offuscato dalla paura dei numeri rapportati al calo vocazionale?
Io stesso mi sono allontanato, spazzolandomi i calzari e non perché nella mia chiesa locale non vi siano tuttora fulgidi esempi di come si debba vivere, non con paternoster bensì con l'attuazione della Parola nella vita, il presbiterato. Conosco molti, non moltissimi, sacerdoti che vivono quello che predicano, che attuano i precetti, che sono da esempio per chi, come noi, annaspa ed arranca, sempre sul confine dell'ovile. 
Non è che i segni abbondino, ci mancherebbe. E allora? Allora quando gli uomini chiamati ad un servizio sostituiscono la forza della Parola con le proprie inconciliabili e miserrime convinzioni, il disastro pastorale è certo che avvenga, i danni provocati da ciò si spande nel gregge, sul gregge. 
Alla fonte il discernimento tra chi è realmente chiamato e chi userà del proprio ministero per adescare in futuro minori, ragazze e quant'altro è quasi inesistente, alla cane&porci per intenderci. Vuoi entrare in seminario? Benissimo: ti osservo, ti faccio seguire da psichiatri, ti rivolto come un calzino. Prendo il mio tempo, non mi interessa se passeranno più di sei anni. Voglio essere certo su quello che un domani diverrà pastore di anime. Nella mia diocesi i danni fatti a suo tempo da un oramai "lagunare" sono stati enormi: vedi in giro giovani di scuro, e lungo, vestiti che sono già vecchi pur avendo ancora una trentina d'anni, tanto obsoleti da quasi far alzare le persone in autobus per cedergli il posto. Sono pochi, pochissimi, i giovani preti capaci di scatenare la sana lotta interna in cuori adolescenziali, d'inserire il germe della madre di tutte le domande nei cuori di generazioni spaesate, abbacinate da smartphone, chini tutto il giorno a chattare per perdere meglio le ore, i giorni, i mesi. E poi ci sono ancora ribaldi in talare di cui si vocifera di gusti particolari, uno ad esempio agisce nel cuore della città, senza che "lo zuccotto e la talare con il vuoto attorno", capitemi che non mi posso spingere oltre, faccia qualcosa per renderlo inoffensivo. 
E questo è nel piccolo. Vogliamo andare a Roma? Sapete che ci sono chat, saune frequentate da monsignori gay, che si fanno ancora festicciole, forse sarebbe meglio chiamarle orge, con una grande partecipazione di professionisti della fede? 
Non sono più i tempi della solitudine, della canonica calda bicocca che chiude a chiunque appena finisce il meriggio! Basta con queste esteriorità, con questi piedistalli troppo alti, con le ramanzine domenicali proferite in fretta per il pisolino pomeridiano! Alcune percentuali parlano di un 12-14% di presenza alle funzioni domenicali, e siamo nell'ottimismo, per una casta sempre più chiusa, per una fede già salvante i soliti e noti baciapile, per un potere che è sempre più di questo mondo! Che senso ha oramai il celibato per poi sproloquiare sui problemi di coppia? Che serve ringhiare sulle mode deleterie attuali, quando si è affascinati dalla scellerataggine del salvato per antonomasia, senza alcuna voglia di scendere nei meandri di questa soffocante, sbadigliante, spaesata gioventù? A che serve fustigare, parlando solo di castità, di purezza, di valori matrimoniali quando a quindici/sedici anni un buon 70% tromba già alla grande?
A mio parere questa pastorale giovanile è utile solo per allontanare sempre più i lontani già attualmente a distanze siderali. E' rarissimo captare la sofferenza, l'ansia della ricerca dello smarrito brancolante fuori dall'ovile e nel contempo innervosire saggiamente coloro che vi sono dentro, che viceversa si sentono rassicurati e certificati come salvati integerrimi e granitici.
Il grande e santo cardinal Martini ci aveva visto giusto: duecento anni è il ritardo della Chiesa, ancora impelagata sul girovagar tra incensi, latinorum imbarazzante, mnemoniche risposte simil catechismo, recalcitranti silenzi parlanti, brezze inebrianti, sussurri al cuore, captabili solo se predisposti da un'accettazione frutto di donazioni personali, d'accoglienza senza preclusioni, di abbracci fraterni e partecipati verso l'Ultimo, impersonificazione del Risorto. La Chiesa, la nostra Chiesa deve ristrutturarsi per rispondere alle esigenze di questo mondo 2.0, impensabile e non ancora valutato nei testi a disposizione per i futuri sacerdoti.      
E allora lo yogurt scaduto è una perfetta rappresentazione di quello che attualmente manifesta questa barca vacillante nei marosi, alla ricerca di sé stessa per motivare i tanti lontani in attesa spasimante di un lumicino, segnalante un approdo.            



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