giovedì 20 settembre 2018

Il Signor P


Mio padre è ricoverato per dei problemi digestivi che spero siano superabili, vista l'età. Detto questo, nella sua camera, ho avuto modo d'incontrare un signore suo compagno di stanza, che chiamerò appunto Signor P. 
E' arrivato lo stesso giorno di mio padre, con una maglietta bianca sporca con delle chiazze di sangue. E' sordo il Signor P, parla con difficoltà, non trattiene e di conseguenza ha il pannolone, va in bagno spesso, ma tutte queste cose sono nulla difronte ad un altro suo problema: la solitudine. 
Pur avendo un'età relativamente giovane, il Signor P non ha mai avuto la gioia di incontrare qualcuno dei suoi cari, mettendomi in una specie di imbarazzo, vista la cura, giusta e sacrosanta, riservata a mio padre. 
Il Signor P osserva i parenti, gli amici che vengono a salutare mio padre, con un'aria rassegnata, desolata, triste. Bagnando i tre pigiami in dotazione, li lascia asciugare per poi rimetterseli, in una catena maleodorante e, pur telefonando a cugini, dice lui, mai ha potuto gioire di una visita, anche fulminea, in grado di assicurargli quella pace interiore che agli ammalati dovrebbe essere assicurata per rispetto, per umanità. 
Il Signor P andrà via oggi, non so per quale amena località, portandosi dietro i suoi indumenti maleodoranti, la sua tristezza, il mio sgomento. 
Viviamo in questi tempi a detta di molti tecnologici, innovativi, all'avanguardia. Vedendo ciò che sta capitando al Signor P, ne dubito molto.  

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