Guardateli, non sono una bellezza?
Sono partiti con il loro trenino, ciuff ciuff!
Gireranno l'Italia assieme al loro capotreno, l'immarcescibile ex rottamatore nonché Grande Pifferaio, sburgiardante le cose appena dette con altre di maggior peso e sempre in più crescente ballismo, di cui è, senza rivali, uno dei massimi esponenti riconosciuto in ogni dove.
Il trenino arriverà in stazioni amene, sconosciute e non, i binari perderanno il loro parallelismo dal fremito che le sparate di questo artista unico provocheranno.
Guardate alle spalle del nostro, anzi del loro: al centro Rosato, colui da cui prende il nome la famosa legge truffa nonché elettorale, e poi il digiunatore a step per uno ius soli in pericolo per le paure elettorali, indi Matteo Richetti colui che nel renzismo era border line, poi la via di Damasco del poltronismo ha abbacinato pure lui.
Partono i valorosi comunicatori portando canestri di promesse, di rinnovamenti, di idee fantastiche, per ritrovare il calore della gente, forse un pochetto disincantate dai mille giorni governativi precedenti, allorché il jobs act ha sfornato nuovi schiavi, allontanando la certezza del posto, dove lo sfanculamento dell'articolo 18, conquistato a caro prezzo in anni precedenti, ha rifiondato i lavoratori nel girone dello spauracchio del licenziamento, dove i dettami di Confindustria hanno modellato la società per i loro scopi, che non sono quelli della maggioranza delle persone. Lo sferragliamento sia del treno che delle sinapsi creerà magistrali trovate, magari un'altra elemosina di 80 euro provocante un ulteriore sforamento dal diktat europeo. Forse l'itinerario porterà il convoglio vicino alle zone terremotate che ancora aspettano le promesse non mantenute da questo eterno ragazzo capace di rassicurare ogni cuore sofferente con fregnacce senza neppure più stile.
Ci rallegri questo treno elettorale! Ci rallegri davvero, visto che vuol dire che la pazienza di molti, prossimi festanti in stazione, è veramente infinita, incommensurabilmente infinita.
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