lunedì 26 gennaio 2015

Passione triste


Il calcio è passione, lungimiranza, intelligenza e soldi, molti soldi.
Quando vedi undici cadaveri vestire una maglia che nel mondo sino a poco tempo fa era sinonimo di gloria, di vittoria, di indistruttibilità, ti piange il cuore. Le scelte sono state letali. Quello che un tempo era una dirigenza perfetta, drogata sì dalla voglia del padrone di dimostrare la propria natura vincente, da trasbordare in politica, ma capace di scegliere giocatori attraverso l’unico parametro possibile, la levatura tecnica, si è ridotta a piaggeria insulsa nei confronti di uno che, tra un hip-hip-hurrà e l'altro sta decisamente uscendo di cabina.

I tempi son cambiati e la squadra si è trasformata in un peso per gli eredi che la mal sopportano: ad esempio la figlia con il silicone attorno ha sempre cercato di svenderla, insensibile a quello che il marchio di fabbrica trasmette nel globo, forte delle sette-dico-sette Champions vinte. La figlia affamata invece è entrata in società ed attraverso love story indegne ha distrutto patrimoni di classe, trasformandoli in fantasmi brasileri e bloccando l’acquisto del Tevez che spopola in altri lidi.

E’ subentrata una politica scialba, l’acquisto in prestito o a fine carriera di veri Rutti in calzoncini, smidollati, senza voglia né carisma, in pratica pensionati tipici di Gabicce Mare che svernano fingendo e recitando la parte del calciatore.

C’era un livornese una volta in panca, uno che il sale in zucca lo ha sempre avuto; gli han levato in un solo anno Messer Difesa, il Thiago Silva mito ed incrollabile baluardo e Mister Bomba Atomica Ibra, facendo scendere il tasso tecnico a livelli amatoriali. Lo hanno successivamente attaccato perché non ha vinto più una mazza, come se fosse possibile con una squadra sì obbrobriosa.
Il tempo trascorre per tutti, anche per il Presidente, oramai alla frutta, sia politicamente che calcisticamente. Egli infatti vede, patonza e campioni ovunque, anche nella formazione odierna, pullulante di brocchi stratosferici, con una difesa ignobile, inguardabile, irriguardosa per gli epici trascorsi, abbacinanti di gloria eterna.
Il povero tifoso, sognante ancora delle galoppate di Kakà, tracimante lacrime ogni qualvolta ascolta la parola Olanda, se ne sta facendo una ragione. Spera nelle chimere, si riguarda video oramai ingialliti, riascolta l’urlo di S.Siro quando chiunque veniva maciullato tecnicamente, senza pregiudizi, senza paure. Rivive momenti eterni e aspetta che tutto ritorni, forse scelleratamente.
Rifondare con dirigenza nuova, con giovani affamati, genuflessi ai colori e non agli squali allibratori che, passando per procuratori, minano la salute mentale delle giovani leve.
Ci venda Presidente a qualche indonesiano, a qualche cinese, a qualcuno insomma che abbia il coraggio d’investire in solide promesse e non in clienti di Villa Quiete. Conficcatevi nel vostro pertugio le parole "parametro zero", cercate la vivacità giovanile. A noi andrebbe molto meglio perdere vedendo lottare che essere travolti tra l’indifferenza di gnomi che al massimo dovrebbero in marsina, vendere zucchero filato nei circhi equestri.
Fateci andare gratis dentro la sala trofei, per ammirare la gloria di un tempo e sperare in una rinascita passante solo per l’attaccamento ai colori.
E naturalmente, al prossimo acquisto di bidone gratis, incamminatevi verso un sonoro e sacrosanto vaffanculo!

P.S. Piuttosto che ridurmi a vedere Milan Lazio di stasera, guardo una trilogia di Mario De Filippi o la Carrà!

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