Non facciamo i Tafazzi!
Con queste parole, mal celando il fastidio dato da
questi piccoli intoppi che a suo parere frenano la Grande Corsa al Potere del
Partito Democratico, lo Sbruffone impenitente, il degno seguace del Pervertito
ha liquidato il problemino, minimo, dei brogli elettorali nelle primarie PD
liguri.
Poche parole, quasi da presa in giro ed il Vate del
Nulla, l'Iperbole del Niente, colui che è stato messo lì dal Sistema solo
perché giovane e profumante di nuovo, schiaccia il pedale dell'auto del nuovo
Obsoleto che avanza, ovvero di tutto quello che una politica scellerata,
capitanata da colui che finalmente si è tolto dai coglioni, ossia il Senatore
Napolitano, continua e continuerà a fare per alimentare il Sistema. Tutto
questo corroborato dal nome che sta uscendo fuori tra miasmi vari dai briganti
che stanno per eleggere il successore di Napoletano: Giuliano Amato, il
Topastro, la prova inconfutabile che la festa continuerà, il saccheggio pure.
Ma per fortuna non tutto è merda.
Nel piccolo, nelle piccole cose si sa che molte volte
alberghi la verità, la speranza. E allora io, che ho la fortuna di conoscere un
personaggio oramai atipico in quanto crede a quello che professa, ebbene nel
piccolo questo mio amico ha scritto al suo circolo PD, dopo aver visto lo
scempio delle primarie, dopo aver constatato che il malaffare è oramai dentro
le mura.
Lui crede negli ideali sani e ha sempre portato avanti
i suoi atti politici alla luce dei pilastri di onestà, rettitudine e coerenza,
tramandatici da personaggi veri come Enrico Berlinguer, tenendoli sempre
davanti a sé come regole basilari per una politica sana e rivolta agli altri.
E come le novelle di don Camillo e Peppone, il piccolo
comune diviene fucina e soprattutto speranza per un futuro migliore, un futuro
onesto.
Il mio amico ha scritto quello adesso vi posto. Parole
fresche, dissetanti, inedite, portatrici di novità, gioia, incentivo ad andare
avanti.
Le ha scritte quando si è accorto che nel suo seggio
hanno votato per le primarie anche gli assessori ... peccato che fossero del
centro destra!
Ecco il messaggio. Che sia motivo di rivincita e
voglia di lottare per tutti noi!
"Care compagne, cari compagni,
rispondo al vostro invito utilizzando questo
bellissimo sostantivo anche nella sua etimologia: compagno deriva dal latino
medievale companio ‘che mangia lo stesso pane’, composto di cum ‘con’ e panis
‘pane’. Sono compagni coloro che dividono il pane, la strada la vita e noi lo
siamo stati. Eccome. Vi ringrazio per questo. Sinceramente.
Lunedì andate a festeggiare l'esito delle primarie, io
non ci sarò, per me non c'è niente da festeggiare. Cambio strada.
Non fraintendetemi, non condividerò la festa con voi,
non a ragione della vittoria o sconfitta di un candidato su un altro, ma
proprio per come questa consultazione si è svolta e per ciò che rappresenta per
me in questo momento.
A mio parere anche Riccò doveva entrare nell'elenco
dei seggi annullati insieme a Lavagna, Moconesi, Fontanabuona, Albisola, Savona
Villa Piana, Badalucco, Perinaldo, Spezia Centro, Santo Stefano, Sarzana,
Millesimo, Beverino, Deiva Marina, Lavagnola, così come chissà quanti altri.
O forse no.
Ed è proprio questo dubbio che mi ha portato a
riflettere. Può essere accettabile una politica che trascende un ideale? Posso
permettere a chi si è battuto contro di me, contro di noi, per amministrare il
nostro territorio, di scegliere chi di “noi”, pur in altro organismo, si
candida a governare lo stesso territorio? A chi ha denigrato tutto ciò che in
quindici anni abbiamo tentato di fare, a chi, legittimamente, ha proposto
altro? Come potete pensare di continuare a inviarmi opinioni del nostro sindaco
e della sua maggioranza, che continuano, fuori da ogni logica di buon gusto e
direi anche di opportunità a mesi dalla fine della campagna elettorale, ad
infamare Roberto, Carlo e tutti quelli di noi che si sono spesi per la nostra
comunità, e poi permettere che gli stessi possano a scegliere il “nostro”
candidato. No, non lo si poteva permettere.
O forse si. Di nuovo il dubbio.
Chi mi conosce sa quanto ho sempre tenuto ad un
progetto politico complessivo che riuscisse a collegare lo sforzo della base
alla decisione dell'alta carica. Che ci rendesse tutti partecipi di un'idea di
cambiamento, di bene comune. Ma non è proprio il partito democratico che
continua a governare la nazione insieme alla destra, senza per altro nessuna
legittimazione elettorale? Non è lo stesso partito che è nato per la chiarezza
dell'alternanza di due visioni differenti? Non è per questa nettezza di due
diversi progetti che si è accettato di sacrificare la ricchezza di un sistema
proporzionale molto più democratico?
Ancora tentenno.
Quale progetto? Quale sviluppo? Grandi opere,
infrastrutturazione territoriale, movimentazione delle merci, globalizzazione
dei mercati, turismo commerciale, estensione della presenza delle
multinazionali, incentivazione di investimenti sul territorio a prescindere dal
loro impiego e dalla loro provenienza, è questo il mio progetto?
Perché il sindaco di Riccò si sente così vicino a
Raffaella Paita, e io che ho condiviso con lei anni di impegno politico, non
riesco ad avere questa sintonia?
Troppe domande, troppi dubbi.
Prendo un'altra strada, non condivido più con voi il
cammino del Partito Democratico.
“Care compagne, cari compagni”,
nessuna parola ha mai racchiuso come questa il
significato ideale della solidarietà e dell’appartenenza, l’aspirazione
all’uguaglianza, l’impegno a battersi per una società più giusta.
So che questo ancora ci accomuna e per questo vi vorrò
sempre bene.
Al prossimo incrocio.
Mariano"
Grazie di cuore, Mariano!
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