sabato 17 gennaio 2015

Grazie!


Non facciamo i Tafazzi!
Con queste parole, mal celando il fastidio dato da questi piccoli intoppi che a suo parere frenano la Grande Corsa al Potere del Partito Democratico, lo Sbruffone impenitente, il degno seguace del Pervertito ha liquidato il problemino, minimo, dei brogli elettorali nelle primarie PD liguri.
Poche parole, quasi da presa in giro ed il Vate del Nulla, l'Iperbole del Niente, colui che è stato messo lì dal Sistema solo perché giovane e profumante di nuovo, schiaccia il pedale dell'auto del nuovo Obsoleto che avanza, ovvero di tutto quello che una politica scellerata, capitanata da colui che finalmente si è tolto dai coglioni, ossia il Senatore Napolitano, continua e continuerà a fare per alimentare il Sistema. Tutto questo corroborato dal nome che sta uscendo fuori tra miasmi vari dai briganti che stanno per eleggere il successore di Napoletano: Giuliano Amato, il Topastro, la prova inconfutabile che la festa continuerà, il saccheggio pure.
Ma per fortuna non tutto è merda.
Nel piccolo, nelle piccole cose si sa che molte volte alberghi la verità, la speranza. E allora io, che ho la fortuna di conoscere un personaggio oramai atipico in quanto crede a quello che professa, ebbene nel piccolo questo mio amico ha scritto al suo circolo PD, dopo aver visto lo scempio delle primarie, dopo aver constatato che il malaffare è oramai dentro le mura.
Lui crede negli ideali sani e ha sempre portato avanti i suoi atti politici alla luce dei pilastri di onestà, rettitudine e coerenza, tramandatici da personaggi veri come Enrico Berlinguer, tenendoli sempre davanti a sé come regole basilari per una politica sana e rivolta agli altri.
E come le novelle di don Camillo e Peppone, il piccolo comune diviene fucina e soprattutto speranza per un futuro migliore, un futuro onesto.
Il mio amico ha scritto quello adesso vi posto. Parole fresche, dissetanti, inedite, portatrici di novità, gioia, incentivo ad andare avanti.
Le ha scritte quando si è accorto che nel suo seggio hanno votato per le primarie anche gli assessori ... peccato che fossero del centro destra!

Ecco il messaggio. Che sia motivo di rivincita e voglia di lottare per tutti noi!

"Care compagne, cari compagni,
rispondo al vostro invito utilizzando questo bellissimo sostantivo anche nella sua etimologia: compagno deriva dal latino medievale companio ‘che mangia lo stesso pane’, composto di cum ‘con’ e panis ‘pane’. Sono compagni coloro che dividono il pane, la strada la vita e noi lo siamo stati. Eccome. Vi ringrazio per questo. Sinceramente.
Lunedì andate a festeggiare l'esito delle primarie, io non ci sarò, per me non c'è niente da festeggiare. Cambio strada.
Non fraintendetemi, non condividerò la festa con voi, non a ragione della vittoria o sconfitta di un candidato su un altro, ma proprio per come questa consultazione si è svolta e per ciò che rappresenta per me in questo momento.
A mio parere anche Riccò doveva entrare nell'elenco dei seggi annullati insieme a Lavagna, Moconesi, Fontanabuona, Albisola, Savona Villa Piana, Badalucco, Perinaldo, Spezia Centro, Santo Stefano, Sarzana, Millesimo, Beverino, Deiva Marina, Lavagnola, così come chissà quanti altri.
O forse no.
Ed è proprio questo dubbio che mi ha portato a riflettere. Può essere accettabile una politica che trascende un ideale? Posso permettere a chi si è battuto contro di me, contro di noi, per amministrare il nostro territorio, di scegliere chi di “noi”, pur in altro organismo, si candida a governare lo stesso territorio? A chi ha denigrato tutto ciò che in quindici anni abbiamo tentato di fare, a chi, legittimamente, ha proposto altro? Come potete pensare di continuare a inviarmi opinioni del nostro sindaco e della sua maggioranza, che continuano, fuori da ogni logica di buon gusto e direi anche di opportunità a mesi dalla fine della campagna elettorale, ad infamare Roberto, Carlo e tutti quelli di noi che si sono spesi per la nostra comunità, e poi permettere che gli stessi possano a scegliere il “nostro” candidato. No, non lo si poteva permettere.
O forse si. Di nuovo il dubbio.
Chi mi conosce sa quanto ho sempre tenuto ad un progetto politico complessivo che riuscisse a collegare lo sforzo della base alla decisione dell'alta carica. Che ci rendesse tutti partecipi di un'idea di cambiamento, di bene comune. Ma non è proprio il partito democratico che continua a governare la nazione insieme alla destra, senza per altro nessuna legittimazione elettorale? Non è lo stesso partito che è nato per la chiarezza dell'alternanza di due visioni differenti? Non è per questa nettezza di due diversi progetti che si è accettato di sacrificare la ricchezza di un sistema proporzionale molto più democratico?
Ancora tentenno.
Quale progetto? Quale sviluppo? Grandi opere, infrastrutturazione territoriale, movimentazione delle merci, globalizzazione dei mercati, turismo commerciale, estensione della presenza delle multinazionali, incentivazione di investimenti sul territorio a prescindere dal loro impiego e dalla loro provenienza, è questo il mio progetto?
Perché il sindaco di Riccò si sente così vicino a Raffaella Paita, e io che ho condiviso con lei anni di impegno politico, non riesco ad avere questa sintonia?
Troppe domande, troppi dubbi.
Prendo un'altra strada, non condivido più con voi il cammino del Partito Democratico.
“Care compagne, cari compagni”,
nessuna parola ha mai racchiuso come questa il significato ideale della solidarietà e dell’appartenenza, l’aspirazione all’uguaglianza, l’impegno a battersi per una società più giusta.
So che questo ancora ci accomuna e per questo vi vorrò sempre bene.
Al prossimo incrocio.

Mariano"

Grazie di cuore, Mariano!

Nessun commento:

Posta un commento