Lo slogan sovversivo
DI MICHELE SERRA
In merito alla molto commentata vicenda della giudice Apostolico, già detto da molti (me compreso) che per un magistrato sarebbe consigliabile un profilo pubblico non troppo esposto, merita di essere sottolineato non una, ma cento volte, lo slogan sovversivo che Apostolico, con un manipolo di manifestanti, gridava su quel molo nel 2018. Tenetevi forte: lo slogan era “siamo tutti antifascisti”. Prova provata, secondo la campagna scatenata contro la giudice, del suo parteggiare per “la sinistra estrema”.
Impressiona profondamente — anche se non sorprende — che esponenti dell’attuale governo considerino provocatoria, nonché indegna di un rappresentante dello Stato, quella che è la condizione di partenza della Costituzione e della democrazia: l’antifascismo. Antifascisti, almeno in teoria, dovrebbero essere anche i membri di questo governo, che hanno giurato sulla Carta — a meno che lo spergiuro sia considerato parte del loro mandato. Antifascista è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che con la “sinistra estrema” e i centri sociali non sembra avere rapporti stretti.
Il fatto che loro, leghisti e meloniani, antifascisti non siano, è arcinoto. Ma dovrebbe essere un problema loro, una anomalia che appartiene alla loro storia, alla loro etica personale, alla loro sensibilità politica, ai loro giornali di riferimento. Che se la prendano con chi invece osa professarsi antifascista addirittura in una pubblica manifestazione è il segno del micidiale stravolgimento politico che stiamo vivendo. Sono gli antifascisti che devono prepararsi a sentirsi stranieri in quella che dovrebbe essere, sulla carta, casa loro.
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