martedì 4 ottobre 2022

L'Amaca

 

Strana destra strano Paese
DI MICHELE SERRA
Breve sunto delle chiacchiere della prima settimana post voto.
Campione: parenti, amici e conoscenti in larga parte orientati a sinistra.
Vi risparmio le maledizioni e le lagne sulla sinistra, a questo punto perfino eccessive oltre che risapute.
Il dato clamoroso è un altro: Meloni desta meno timori e meno antipatie dei suoi due accodati, il Salvini e il Berlusca.
Sul Salvini la frase più gentile è: «È molto più fascista della Meloni». Sul Berlusca, solo parole irriferibili.
Credevo fosse una mia devianza personale, constato che è invece piuttosto diffusa: quella che — sulla carta — è la più a destra, viene considerata, nel campo opposto, con minore ostilità rispetto ai suoi alleati, il cui discredito, almeno presso il piccolo campione di cui sopra, è irrimediabile. Può darsi che si sottovaluti il tasso di autoritarismo, o di ingordigia, o di inettitudine, della nuova classe dirigente meloniana.
Può darsi che si sopravvaluti la quantità di danni che il Duo Spompati (Berlusca e il Salvini) è ancora in grado di infliggere al Paese. Ma intanto, così stanno le cose.
Ne consegue un certo tifo, distaccato ma convinto, per una composizione del governo con pochi leghisti e berluschini.
Meglio se con parecchi tecnici.
Nell’ipotesi che io non frequenti solo pazzi (per altro con i miei stessi sintomi), ne deriva che la destra italiana è siffatta da dover contare, per esistere e governare, soprattutto sulla sua componente ex fascista. Per altro, è quanto gli elettori hanno decretato, dando ai Fratelli d’Italia, da soli, il doppio dei voti dei loro alleati “moderati” messi assieme. Chissà quando, oltre al dibattito stremato e noiosissimo sulla sinistra, avremo il beneficio di un dibattito minimamente serio anche sulla destra.

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