Se ne è andato prematuramente, sconfitto da un brutto male, a 54 anni Paolo Gabriele, ex maggiordomo di Papa Benedetto XVI, l'Anticipatore, il Confermatore di quanto uomini e donne di buona volontà sospettavano da tempo immemore, che cioè "là dentro" vi fosse tutto, ma propio tutto, meno quello che sepolcri imbiancati ma pur sempre paonazzi, professavano a copione.
Paolo fu quindi colui che materializzò il pensiero comune, di pochi, quel "ma allora era tutto vero!" per cui un domani, probabilmente e in un'ottica squisitamente di fede, comprenderemo appieno, soprattutto il perché del mancato arrivo di un potente meteorite spazzante ricchi epuloni, lavatrici di soldi mafiosi, tresche adescanti inermi, affaracci della malora e demoniaci, frullati di paraventi ad uso e consumo del popolino, che siamo anche noi.
Se è pur vero che Paoletto, lo chiamavano così, tradì la fiducia del Papa, lo fece solo ed esclusivamente perché, a suo modo, disse tra l'altro un giorno di essere "un infiltrato dello Spirito Santo", credeva fortemente in quello che professava e il veder attorno a sé quella cianfrusaglia di omuncoli interessati al bisso e alla carriera, lo indusse a lasciar tutti i privilegi che il suo incarico gli elargiva, per piombare nel nulla assoluto, pur avendo moglie e tre figli.
Papa Benedetto in seguito lo perdonò e Francesco gli fece riavere un lavoro, svolto sempre in silenzio e lontano dalla ribalta (se per esempio avesse deciso di scrivere un libro, quanto avrebbe incassato?)
Lo trattarono da Corvo, spostando l'attenzione sul solito dito, per sviare ai molti quella luna puttanaio di infinite malefatte per cui, spero, sarà per molti pianto e stridore di denti.
Col senno di poi se Paoletto non avesse fatto quel che fece, probabilmente saremmo tutt'ora nel regno di papa Scola, col Formiga e i fabbricanti ciellini ad imporre moralità ed affarismi a tutto il globo terraqueo, con paraventi sempre più giganti dietro cui le eminenze goderecce su terrazze infinite, perseguirebbero ancora le loro laide tresche corroborate da pateregloria ed incenso a piene mani, stordente stolti dormienti.
Per fortuna dall'agire di Paoletto è arrivato l'Argentino saldo e caparbio, in grado di scacciare i tanti, troppi, mercanti dal tempio.
Riposa in pace Paoletto e soprattutto, chissenefrega di quello che diranno molti, il sì sia sì e il no, no, come raccomanda il Principale: grazie!
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