martedì 24 novembre 2020

Letture forti

 


Dopo aver ascoltato il Grande Maestro e le sue La Locomotiva e Lettera (soprattutto il passo
"Son tornate a sbocciare le strade
Ideali ricami del mondo
Ci girano tronfie la figlia e la madre
Nel viso uguali e nel culo tondo
In testa identiche, senza storia
Sfidando tutto senza confini
Frantumano un attimo quella boria
Grida di rondini e ragazzini")
mi sono fatto forza e ho letto oggi sul giornale diretto da quel Molinari che sta allo spirito della vecchia Repubblica, come il Cazzaro ad una reunion di filosofi, la lettera del grande saltimbanco ed attuale tuttofacente di Italia (semi) Viva. La solita pomposa e oramai sgasata veleggiata verso non si sa cosa, o meglio, la scelta dell'Egoriferito per antonomasia, di convergere verso quel centro in realtà periferia stracotta pregna dei soliti distingui, cavilli, visioni supportate dalle eccelse verticali di Krug che tanto fecero "simil sinistra" nei suoi anni di governo, e che la storia sta già fin d'ora bollando come periodo di gravi arretratezze culturali e, sopratutto, sociali.
Egli nel diluvio di concetti, concettini, riferimenti, nomi tanto a lui familiari, con Biden credo che giochi a canasta quasi tutte le sere via web vista l'amichevole confidenza con cui lo cita, sfolgora un nome su tutti, a suo dire il futuro faro europeo: Macron.
E con questo ho detto tutto, anzi no: capirà il reggente della oramai storica Era del Ballismo che né centro, né sinistra, né quell'altra cosa là, potranno mai rimontare sulla vaga idea di socialismo legata agli uomini, alla fermezza delle loro idee, dei loro valori, delle loro ricerche di giustizia, di abbattimento delle enormi, anche a causa sua, divaricazioni sociali, della scomparsa di dignità, di rigore, di ideali abbraccianti i disagi avvertibili pure dai più stolti? In pratica: occorre trovare cervici in grado di squassare il comune senso dell'ingiustizia, vulgo "mi faccio i cazzi miei e se riesco travalico quell'imbecille che mi sta accanto."
Il ras degli gnorri finge, come tanti suoi simili, di non sapere che da pochi giorni ad Assisi, una persona giusta, ha definitivamente messo in soffitta questo inverecondo sistema rapto-tecno-capitalista, per abbracciarne uno fondato sull'Inclusione di ognuno di noi dentro ad una compartecipazione sociale senza precedenti.
Quell'uomo è argentino e si chiama Bergoglio. Ma il bulletto e il Molinari, come tanti altri, han fatto finta di nulla, forse perché, domando, se s'incardinasse quell'idea sarebbero destinati a dar da mangiare alle oche in un verdeggiante parco?

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