martedì 9 gennaio 2018

Pietismo


Armato di buona volontà, di caritatevole attenzione ho guardato ieri sera dalla Gruber, l'ennesima intervista dell'ex ragazzo desideroso di rottamare l'Italia obsoleta, divenuto invece egli stesso un rottame di questa insulsa vita politica.
Imbolsito, stranito, evanescente, armato soltanto dell'oramai stantio metodo di risposta a lui congeniale e conosciuto, quello che lo porta a sviare dalle tematiche inerenti il quesito, attraverso dei voli pindarici oramai prossimi al patetico. 
Pietismo! Mi ha insufflato una smodata tenerezza, guardando i suoi occhi, le sue smorfie, i suoi ragionamenti oramai svelati ancor prima di fuoriuscire dalle corde vocali, che paragonerei al solito schema interista dell'oramai spento Spalletti. 
Sapevo in anteprima dove sarebbe andato a parare, a rifugiarsi nello stra-classico elenco di cose buone fatte dai suoi governi, opinabile come l'ammettere il bel vestito ad una sfilata di qualche creatore di moda effervescente, presentate da poveretti con accostamenti di colore e di taglie che avrebbero profuso scappellotti in testa dalle mamme di un tempo, impedendone l'improvvida uscita suscitante vergogna e diniego al povero imbelle di turno. 
Solite nenie senza senso, arrampicamenti su specchi scivolosi, bolle di sapone effimere come la sua linearità concettuale, una dannata sensazione di viale del tramonto in prossimità del capolinea. 
Apparentemente sereno, l'ex guappo di Rignano ha arrancato pietosamente tra i flebili quesiti di Gruber e Mieli (nomen omen), dando la sensazione di non credere più neppure lui alle litanie preconfezionate ripetute da lustri, da tempo oramai convincenti solo gli allocchi. 
Tutto va bene madama la marchesa, ci sembrava cogliere dal cogito di colui che un tempo appariva come una novità nell'asfittico panorama politico italiano. Il milione di posti di lavoro, una vetrina ricordante quella dello Zio Pregiudicato ritornato in tolda, è la madre di tutte le baggianate sparse per l'aere, non spiegante che per le suddette rilevazioni, anche una sola ora di lavoro giornaliera viene calcolata in questo milione, non spiegante inoltre l'assurda e deleteria conseguenza del jobs act che a breve, terminati gli sgravi fiscali, lascerà a casa migliaia di giovani senza più nessuna fiducia né aspettativa riguardo al futuro. 
Nessuno degli intervistanti gli ha chiesto qualcosa riguardo allo Ius Soli, la più grande vergogna nazionale degli ultimi anni; il suo partito non è stato in grado, in cinque anni al potere, di conferire dignità a tanti giovani nati su questa terra con genitori di altre nazioni ma divenuti in tutto e per tutto figli d'Italia e fratelli nostri. Nessuna obiezione alla sua critica inerente la proposta di Grasso sull'ipotesi di abolizione delle tasse universitarie, da lui definita come un'idea non di sinistra perché premiante anche i ricchi; avrebbero dovuto replicargli che il partito di cui egli è segretario ha una grandissima presa nei piani nobili dell'elettorato: a Roma ad esempio il PD prese un sacco di voti ai Parioli, notoriamente un luogo non popolato da compagni. 
Il momento strappalacrime però è stato un altro, allorché Gruber gli ha chiesto notizie riguardo alla sua amichetta "Etruriana Menounmilione"  (secondo i sondaggi infatti, la rielezione di Maria Elena costerà al partito una milionata di voti): il Bomba ha confermato la presenza della Bella Mnemonica in più collegi, per la certezza di rivederla calcare col suo tacco 12, il proscenio di Montecitorio. In quel momento, come con Love Story, è calata sulla mia gota una lacrima triste, per un finale così pietoso di questo giocoliere prossimo all'entrata nel tunnel dell'anonimato triste e solitario come di chi, girando la Ruota della Fortuna (e lui la girò da Mike agli albori della sua storia) si becca la casella umiliante del "Ritorna alla partenza."

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