domenica 24 gennaio 2016

Osservando

Ospedale S.Martino di Genova, cappella cattolica interna alla struttura: come tanti passo di lì per pregare per il mio amico che non sta bene e che eroicamente lotta contro quest'assurda malattia improvvisa.

Entra un signore, minuto, probabilmente un paziente visto l'abbigliamento. Cammina incerto nella sua magrezza che non fa presupporre nulla di buono. A fianco dell'altare vi è un Crocifisso ligneo, alto all'incirca un paio di metri, forse meno. Davanti ad esso un inginocchiatoio ravvicinato al punto che se uno vi s'inginocchia, può appoggiare il capo all'altezza delle gambe del Redentore. Cosa che fa anche lui. Osservo la delicatezza della sua preghiera, la gentilezza con cui sfiora il legno del Crocifisso, la sofficissima amorevolezza del dialogo instaurato dal vivente con l'Autore della Vita, per chi crede in Lui.

Quanti milioni di simili situazioni si sono ripetute nei secoli, per cercare un afflato confortante, per risolvere situazioni irrisolvibili, per ricercare salute e benessere, grazie e miracoli!

Domande senza soluzioni, necessità di ricevere speranza, pertugio luminoso nel buio tetro della sofferenza!

La preghiera degli ultimi è riflesso dell'Amore senza confini. Essa spazza congetture, pianificazioni, progettualità umane, sfide miracolistiche a sé stanti, impervi sentieri di una deificazione umana che tenta di sostituirsi alla Natura, al suo Autore per chi in lui crede. Oceani di parole, di conflitti, di speranze, di disillusioni, di divari culturali generati dalla disparità sociale. Tutto questo scipitamente evapora, ricolloccando la persona afflitta desiderosa della pace del cuore che, ben lungi dalla rassegnazione, s'immerge nell'oceano di amore, di pace, di consapevolezza rassicurante in merito alla trasformazione dell'io, promesso da sempre, del suo inaudito valore allo sguardo d'amore generante ogni cosa, ogni pensiero, ogni anelito innalzante la creatura.

Quella preghiera è l'essenza della Vita. È la certezza del suo proseguio. È l'evaporazione dell'effimero. È la gioia della certezza, la carezza eterna travalicante dolore e solitudine.

È Dio.

 

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