mercoledì 1 ottobre 2025

Intristito

 

Il catechismo di San Siro
di Luigi Garlando
Brando: «Dai, nonno, non è mica la fine del mondo». Ambrogio: «Peggio. È la fine di San Siro». B: «Lo rifaranno più giovane e più bello. Come Wimbledon». A: «Io tua nonna non la voglio più giovane e più bella. Mi sta bene così». B: «Vedrai che razza di cattedrale costruiranno gli archistar…». A: «Ma non conterrà lo spirito di Rivera e Mazzola che ci hanno celebrato dentro. I muri parlano, Brando». B: «Altri tempi, nonno. Lo vedi come è bella Milano con i suoi grattacieli? Tenersi quello stadio decrepito sarebbe come mettersi il frac e poi andare alla Scala in ciabatte». A: «Per i miei piedi gonfi, niente di meglio della ciabatte». B: «Il vecchio stadio non potrebbe ospitare gli Europei». A: «Anche il Duomo è vecchio. Allora, tiriamolo giù e mettiamoci un bel bosco verticale con la Madonnina tra le piante». B: «E poi il nuovo San Siro porterà un sacco di soldi. Negozi e ristoranti…». A: «Una volta cacciavano i mercanti dal tempio, ora li invitano». B: «Comunque non è stato un colpo di stato. Ha deciso il Consiglio comunale». A: «Sì, hanno votato di notte, al buio, perché si vergognavano». B: «Il nuovo San Siro ti piacerà, nonno». A: «Ce le ha le rampe?». B: «No». A: «Lo vedi? Quelle rampe erano un catechismo che ha educato generazioni di bambini. Ti ricordi la prima volta che ti ho portato?». B: «Volevo vedere il campo e non arrivava mai…». A: «Quello era il catechismo! La gioia va meritata, camminando in salita sulle rampe, come Dante e Virgilio verso il paradiso. Ti ricordi come si chiamavano gli estintori?». B: «Meteor». A: «Bravo, Brando. Non dimenticare mai il vecchio San Siro».

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