venerdì 26 settembre 2025

Sempre sui pazzi

 

Milei, idolo di “riformisti” e renziani, è già “afuera”
DI DANIELA RANIERI
Ultimamente è tutto un passare di cadaveri politici sulla riva del fiume. L’ultimo è il grottesco presidente anarco-capitalista dell’Argentina, Javier Milei, una specie di imperatore romano pazzo ibridato con la creatura partorita da un’Intelligenza artificiale fuori controllo. È quel tizio che ha fatto tutta la campagna elettorale promettendo di tagliare fino all’osso la spesa pubblica per salvare l’economia del Paese, brandendo una motosega al grido di Afuera!, “fuori!”, con ciò intendendo che avrebbe demolito tutti i pesi morti dello Stato, che per lui e sua sorella, una sorta di Arianna Meloni più inquietante, sono: pensioni; assegni per persone con disabilità; Sanità pubblica, trattata al pari di ogni altro bene di consumo; enti per la sicurezza nei trasporti; mense per i poveri; fondi per le università (rimaste letteralmente al buio) e la Ricerca; 13 ministeri, tra cui quello all’Istruzione; l’unità che rintracciava i figli dei desaparecido, sottratti ai genitori durante la dittatura militare; la principale agenzia di stampa dell’America latina, etc.
Risultato: più della metà della popolazione letteralmente ridotta alla fame, crisi finanziaria, perdita del potere d’acquisto, disoccupazione alle stelle, conti dello Stato fuori controllo. Be’? Che sono quelle facce? Questa macelleria sociale fatta bene ha portato alla riduzione del 74% della spesa pubblica, ha stabilizzato la moneta e contenuto inflazione e debito pubblico: non è da sempre il sogno dell’austerity all’europea, sempre sia lodata? Non avevamo già presente come sono felici i greci?
Adesso, innescata questa bomba civile e sulla soglia del default sul debito col Fondo Monetario, Milei è costretto a chiedere aiuto a Trump, sacerdote della religione iper-capitalista che impone il taglio di ogni spesa “non necessaria”, a cominciare dagli aiuti ai poveri. Trump ha promesso che farà di tutto per salvare l’Argentina (il Tesoro Usa ha donato 20 miliardi di dollari alla Banca centrale argentina): ne va della sopravvivenza del loro culto di morte ai deboli.
Ora, il problema è che tutta questa tragedia sulle spalle della povera gente non è solo intrattenimento per imperatori pazzi, posto che Milei regalò a Elon Musk una motosega in segno dell’eterna alleanza; piuttosto, La Libertad Avanza, il partito di Milei, non è che la versione radicale (e senza palliativi a costo zero, tipo le unioni civili) dei partiti neoliberisti, sia nella versione “tecnica” che in quella fintamente di “sinistra” à la Tony Blair (quello che sta facendo accordi con Trump per fare una riviera per ricchi a Gaza). E ti pareva che qui in Italia, siccome eravamo scarsi in quanto a risorse psichiatricamente labili, un genio simile non poteva contare sul suo bel drappello di ammiratori? Dai giornali borghesi ai migliori politici liberali, a un certo punto questo Milei è parso una specie di Draghi senza Super-io e senza terapia farmacologica. Come Milei, i fan del whatever in takes da Draghi in giù vedono nella classe dei lavoratori il “capitale umano”, che non si ribella, non pensa e non ha alcun diritto, perché è proprietà del capitalista. Risultato: compressione dei salari, peggioramento delle condizioni di lavoro, malattia, precarietà (chiedere ai greci). Perché non provare la sua ricetta? Ricordiamo su tutti un icastico post su X di Luigi Marattin, già membro di Italia Viva, ora capo di un partito (ci sembra) sedicente liberaldemocratico: “È scattata l’ora X. A tutti coloro i quali alberga la fede nella libertà, nel mercato, e nell’inefficienza della spesa pubblica: afuera!”. Del resto, il maestro Renzi aveva ben insegnato. Colui che i giornali stranieri ribattezzarono “Demolition man” per i suoi piani di smantellare la vecchia classe politica, voleva scassare tutto ciò che ci costava (“Vogliamo metà Parlamento e a metà prezzo”, disse alla prima Leopolda), creare uno Stato leggero, semplificare: via le pastoie burocratiche, via le Soprintendenze, via i politici anziani, via il bicameralismo perfetto, via i “sassi sui binari”. Renzi è (stato) un Milei in versione da oratorio, pastorizzato dallo scoutismo; ha pure scritto un libro dal titolo Fuori!, “afuera” in spagnolo.
Ormai lobby e imprese dettano l’agenda politica ai loro referenti istituzionali. Non serve più la politica a mediare tra gli interessi sociali e quelli del mercato: bastano (pseudo) leader funzionali al dominio dell’economia. Perciò l’Europa alle dipendenze degli Usa s’è ridotta a utilizzare debito pubblico per finanziare le multinazionali delle armi invece che le politiche sociali. Bisogna prendere atto che le destre estreme e iperliberiste, che chiamiamo “fasciste” perché così fa comodo al blocco borghese sedicente moderato, non sono che lo stato terminale del neoliberismo e insieme la nemesi del “centro” efficiente, riformista e darwinista rappresentato dai Draghi e dai Renzi dell’Occidente.

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