venerdì 14 giugno 2024

L'Amaca

 

Più belli di prima
DI MICHELE SERRA
È difficile riuscire a dirlo senza scivolare nel politicamente scorretto, ma il colpo d’occhio sugli europei di atletica dava l’impressione che la con-fusione etnica degli ultimi decenni abbia portato a un notevole salto di qualità fisico/estetico delle nuove generazioni di europei. Basterebbero le finaliste del salto in lungo, capofila Larissa Iapichino, a dare testimonianza concreta delle virtù del melting pot genetico, per altro già ampiamente illustrate dalla scienza.
Per dirla come al bar, e con maggiore gusto nel caso fosse il bar frequentato da Vannacci: eravamo più brutti prima, e così dicendo mi consento un affettuoso body-shaming a carico delle generazioni di italiani precedenti a questa, incluso ovviamente chi scrive.
E certo, il paio d’ore di diretta televisiva da Roma permetteva anche una salutare vacanza dal dibattito politico-ideologico: non c’era alcun bisogno di ribattere con concetti virtuosi e inclusivi ai pregiudizi reazionari sulla “purezza etnica”. Erano i corpi, i sorrisi, i gesti atletici delle ragazze e dei ragazzi a parlare, era il risultato materiale della moltitudine di unioni tra europei indigeni e nuovi europei immigrati, specie africani.
Quanto ai distinguo di natura culturale, è diventato perfino superfluo far notare che l’italiano di questi ragazzi (e immagino anche il francese, l’inglese, il tedesco dei loro avversari) è decisamente migliore di quello di molti sportivi “nativi” delle generazioni passate. L’italiano, per questi nuovi italiani, è molto più lingua madre di quanto lo sia stato per i nostri avi, che erano nati nel dialetto.
Le cose vanno avanti, e a volte vanno avanti per il meglio.

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