giovedì 1 settembre 2022

Sta arrivando 2!


Buon ‘Sacrifice Ratio’ a tutti: firmato bce

di Marco Palombi 

E ora toccherà occuparci del “sacrifice ratio” o in italiano il rapporto di sacrificio. Questa è la definizione della Treccani: “In macroeconomia, si definisce rapporto di sacrificio (ingl. sacrifice ratio) il costo, misurato dal calo del Pil o dall’aumento della disoccupazione, di una riduzione dell’inflazione, spesso associata a interventi restrittivi di politica monetaria”. E perché tocca occuparsene? Perché la Bce dice che è ora. Per capire tutto bisogna tornare a sabato sera, quando Isabel Schnabel – economista tedesca nominata dal governo Scholz nel board della Bce – ha preso la parola a Jackson Hole, quel resort per miliardari nel Wyoming dove una volta l’anno si riuniscono i banchieri centrali: Schnabel è quella che parla quando Christine Lagarde, la governatrice, ritiene meglio tenersi in disparte. E che ha detto? Il discorso è stato lungo e tecnico, ma all’ingrosso che in questa fase bisogna far scendere i prezzi e bisogna farlo “vigorosamente” e a lungo. Solo che il mondo è cambiato, le cose non funzionano più come prima e dunque “è probabile che le Banche centrali debbano affrontare un sacrifice ratio più elevato rispetto agli anni 80”, vale a dire che la cosa sarà “ancora più costosa in termini di perdita di produzione e occupazione” rispetto ad allora. E cosa successe allora, quando il governatore della Fed Paul Volcker e poi tutti gli altri alzarono assai i tassi per far calare i prezzi, esplosi per il secondo choc petrolifero (la Rivoluzione iraniana del 1979)? Negli Usa la disoccupazione balzò ben oltre il 10% e tornò al punto di partenza solo nel 1987, in compenso i prezzi scesero abbastanza rapidamente (poco sopra il 3% nel 1983); al resto del mondo però andò un po’ o molto peggio e mezza America Latina saltò in aria (“crisi del debito”). Ecco Schnabel ci sta dicendo che stavolta sarà peggio, il sacrifice ratio più alto e, per come si sono messe le cose, pare che pure stavolta la parte più grossa dell’aggiustamento la pagheranno i salari in termini di perdita di potere d’acquisto e sotto-occupazione. Il “sacrifice” ce lo mette la popolazione dal ceto medio ai poverissimi, il “ratio” lo calcoleranno con calma i centri studi alla fine di questa tarantella, quando moltissimi conteranno i danni e pochi gli utili.

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