venerdì 1 luglio 2022

La saggia Amaca

 


Delatori di poco talento
DI MICHELE SERRA
Dopo quattro mesi dall’invasione dell’Ucraina (non pochi, ai fini del riordino dei pensieri e del controllo delle emozioni), può ancora capitare che due ong non notissime presentino in Parlamento, dunque non in un club privé, un “tracciamento della disinformazione pro-Cremlino” nel quale piovono, alla rinfusa, nomi e cognomi di cosiddetti “amici di Putin”. Compreso quello di Corrado Augias, che ha risposto con sorridente serenità e, mi permetto di dire, con un eccesso di signorilità che i suoi accusatori non meritano.
Non è il primo caso di delazione a capocchia: perfino per fare il delatore ci vorrebbe un minimo di talento. E avere avuto dei precedenti è un’aggravante: agli estensori di questo confuso listino dei cattivi sarebbe bastato leggere i giornali degli ultimi mesi per avere qualche esitazione, almeno di metodo.
Per non parlare dell’incautela con la quale il deputato del Pd Andrea Romano ha dato la sua partecipe assistenza a un’iniziativa che di dem (vuol dire democratico, se non sbaglio) non ha nemmeno la parvenza.
Da democratico a democratico mi permetto di suggerire a Romano di tenersi alla larga da questo genere di bastonature, sempre antipatiche anche quando colgano il bersaglio, ridicole quando il bastonatore è bendato come nelle sagre di paese.
Ne approfitto per suggerire agli autori del prossimo Elenco dei Traditori di non dimenticare il mio nome. Scrivo da vent’anni che Putin è un fascista e ho scritto che l’invasione dell’Ucraina è un caso di femminicidio al cubo: o sei mia, o ti uccido.
Ma sono molto preoccupato dell’allargamento della Nato a Est, e lo ero anche prima di questa guerra. Tanto basta, mi sembra, per meritare di essere iscritto allo stesso club di Augias.

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