giovedì 24/05/2018
Hanno la faccia come il curriculum
di Marco Travaglio
Forse Giuseppe Conte sarà un premier pessimo, o forse buono, o eventualmente discreto. Lo giudicheremo giorno per giorno dagli atti. L’unica cosa che possiamo dire ora, salvo smentite, è che nulla di ciò che viene scritto su e contro di lui è un impedimento o un ostacolo a fare il premier. Si tratta di un misto di falsità, suggestioni, allusioni, smentite ad affermazioni mai fatte, notizie neutre spacciate per negative e notizie dubbie potenzialmente negative che solo lui può chiarire (e farà meglio a chiarire).
Il curriculum. Non c’è giornale o tg che l’altroieri e ieri non aprisse sul “curriculum taroccato” da Conte (sono gli stessi cani da compagnia travestiti da cani da guardia che da oltre un anno tacciono sulla tesi di dottorato copiata da Marianna Madia, ministra dei governi Renzi e Gentiloni). “Conte tradito dal curriculum”, “Curriculum, Stamina e fisco”, titola Repubblica, citando le università che assicurano “Mai studiato qui”, mentre Sergio Rizzo parla di “invenzioni” del candidato premier. Corriere: “Si apre il caso del curriculum. Conte in bilico. Titoli gonfiati”, “La New York University: non lo conosciamo. Dubbi sul prof anche da Malta e Vienna”.
La Stampa: “Bufera su Conte. Gli errori nella biografia e l’appoggio a Stamina diventano un caso”, “Curriculum taroccato”, “Pare non sia mai stato alla Sorbona, alla New York University e a Cambridge né in altri 3 o 4 siderali atenei, come dichiarato in autoesaltazione” (Mattia Feltri). “Il caso curriculum frena Conte. Le smentite di alcuni atenei stranieri imbarazzano il prof”, “Gli atenei stranieri citati da Conte: non ha studiato qui”, “Quando da avvocato difendeva Stamina”, titola il Messaggero sul “curriculum più pazzo del mondo”. Poi c’è la stampa umoristica. Il Giornale: “Il falso Conte. Dieci tarocchi nel curriculum del premier indicato da M5S”, definito “falsario” da Sallusti, noto esperto del ramo. Il Foglio: “La patacca nel curriculum è la cifra di una repubblica populista”. Libero: “Un laureato così non lo merita neppure l’Italia”, segue lista dei “politici finti dottori, da Giannino al ministro Fedeli”. Bene: è tutto falso, tutto patacca, tutto menzogna, tutto ignoranza: gli unici tarocchi sul curriculum di Conte sono gli articoli sul curriculum di Conte. Che non ha mai scritto nel curriculum di aver “studiato” in quelle università estere, per la semplice ragione che era già professore. Dunque gli atenei che negano di averlo avuto studente rispondono alla domanda sbagliata e non possono smentire ciò che lui non ha mai detto.
Cos’ha scritto Conte? Di avere “perfezionato e aggiornato gli studi” alla New York University e in altri atenei. Il corrispondente del già autorevole New York Times credeva di averlo preso in castagna, riportando la smentita-che-non-smentisce della NYU di avere il suo nome nei registri: ora questo cacciatore di fake news targate M5S-Lega-Putin dovrebbe scusarsi per aver diffuso una colossale fake news contro il nuovo premier italiano. Alcuni colleghi di Conte hanno già spiegato a questi somari cosa sono i soggiorni di aggiornamento e perfezionamento dei cattedratici all’estero. Oggi pubblichiamo anche la testimonianza del prof. Andrea Mora, segretario dell’Associazione civilisti italiani: era anche lui a New York nelle estati 2008 e 2009, quando Conte passava le giornate alla Library della School of Law della NYU per approfondire il diritto nordamericano su pubblicazioni non disponibili in Italia: “Andava a studiare sui testi della biblioteca dell’università come fa ogni professore, cercando cose che in Italia non trovava”. Lo dimostrano pure gli scambi di email – pubblicati dall’AdnKronos – fra Conte e Mark Geistfeld, civilista della NYU, e fra Conte e l’ex responsabile servizi informatici della biblioteca dell’ateneo, Radu Popa, che gli garantiva accesso, password wi-fi e postazione per ultimare un libro. La Sorbona, dove dice di avere svolto attività di ricerca, non dà informazioni personali protette dalla privacy e una delle sue biblioteche cancella ogni anno i database dei visitatori. Bocche cucite per la privacy anche al Girton College della Cambridge University e alla Sapienza. Yale non risponde ancora. L’Università di Malta non esclude “una docenza durante i corsi brevi dell’estate ’97”, come dichiarato da Conte. Gli atenei italiani citati da Conte – Sassari, Lumsa e Luiss – confermano il curriculum. Al momento, dunque, zero smentite: solo conferme o non risposte per motivi di privacy o di tempo.
Stamina. Additato come sostenitore del metodo Stamina, dichiarato truffaldino dai magistrati, Conte non ha mai pronunciato una sillaba sul tema, né ha mai avuto rapporti col promotore Davide Vannoni: semplicemente, nel 2013 ha assistito da avvocato la famiglia di Sofia Ceccuti, la bimba malata i cui genitori avevano perso la causa per l’accesso a cure compassionevoli regolarmente somministrate da un ospedale pubblico. Definirlo perciò supporter di Stamina è come dire che gli avvocati degli imputati di corruzione tifano per le tangenti e i difensori degli imputati di stupro sono stupratori.
Casa ed Equitalia. Qualcuno insinuava che la sua casa romana in via Giulia, acquistata nel 1999, Conte non l’avesse pagata: invece, per ora, nulla fa pensare che non l’abbia pagata. Restano le cartelle esattoriali di Equitalia (che – assicurano i siti – “spuntano”), che innescarono anche un’ipoteca, poi estinta pagando il dovuto. Si tratta di debiti col fisco (per la dichiarazione Irpef) e con la Cassa forense, poi saldati. Ieri Conte aveva altro da fare, ma oggi farebbe bene a chiarire tutto alla stampa. Com’è doveroso per un presidente del Consiglio.
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