lunedì 14 maggio 2018

Sei pasti per il redivivo caimano


Tralasciando le baggianate sparate in aere da gente che per cinque lunghi anni ha agito come la miglior destra per poi scoprirsi or ora improvvisamente di sinistra, il famigerato clan gigliato del pd, ci sono all'orizzonte sei, diconsi sei, bocconi prelibati ad un vergognoso caimano ieri l'altro ricollocato dentro la legalità, parola a lui tanto lontana quanto la simpatia dall'Etruriana: sei come il numero di senatori della probabile coalizione pentastellata-leghista che conformano la maggioranza. La soglia di sopravvivenza in Senato è infatti di 161; Di Maio e Salvini raggiungono i 167. Che volete che siano sei persone da braccare, lisciare, invogliare, far tentennare per uno come lui, il Delinquente Natuale, abituato a comprare chicchessia per la smodata potenza monetaria frutto di ribalderie smodate perpetrate oramai da venticinque anni? 
Se li mangerà a colazione, c'è da prevederlo. In più potrebbe lui stesso rientrare dentro un Senato che già ospita il nipote prediletto, in forza dello sdoganamento arrivatogli dal tribunale di Milano che accorcia di un anno la sua lontananza frutto della sana legge Severino. 
Sei senatori, un gioco da ragazzi per questa vergogna perpetua, questo pagatore di mafia per tanti anni, questo arricchito a scapito della democrazia e della costituzione, che tra l'altro avrebbe pure potuto modificare grazie all'amore parentale da sempre dimostratogli dall'Ebetino di Rignano. 
Pertanto non si sforzino più di tanto i vincitori delle passate elezioni! Se non riusciranno a incrementare la truppa, magari con qualche fuoriuscito di Libertà e Uguaglianza, la mattanza per loro è più che certa; la ruota come sempre sembra girare favorevolmente verso colui che, in un paese normale, dovrebbe essere già da molti anni in galera a scontare la pena per le sue arcinote, e ahimè da troppi ancora dimenticate, malefatte.  

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