giovedì 3 maggio 2018

1739



Un numero, un semplice numero capace di spiegare tutto quanto attorno a noi soffoca l'umanità: 1739 miliardi di euro, la spesa in armi del mondo nel 2017. 
Che dire? Hai voglia di impegnarti in missioni caritatevoli, di inviare buffetti alla stragrande maggioranza della popolazione mondiale che soffre fame, malattie e quant'altro. 
Hai voglia di impegnarti in attività di fratellanza, di batterti per il riconoscimento di diritti, di denunciare le tristi diseguaglianze, la pidocchiosa ricchezza di pochi, l'aberrante povertà di molti. 
Davanti ad una cifra di tale portata, spiegante ad eventuali civiltà extraterrestri la deflagrante stupidità umana, non resta che ammainare ogni velleità di rivincita, ogni speranza di rinascita. Se il mondo nel 2017 è riuscito a privarsi di 1739 miliardi di euro per acquistare strumenti di morte, di annientamento di simili, allora vuol dire che il potere, la forza, l'economia, il pensiero dominanti sono talmente saldi, pietrificati, immarcescibili in questa ottica di morte che ogni altro discorso evapora come neve al sole. 
Delinquenti di ogni razza assetati di denaro, ruotano in ogni dove per vendere morte, sottraendo potere di acquisto in medicine, tecniche agrarie portanti materie prime laddove nulla cresce, se non razzi e mitragliatrici. 
Le grandi multinazionali delle armi eleggono da molto tempo il più potente politico terrestre, il presidente americano e, naturalmente, gli Stati Uniti sono al primo posto in questa classifica stilata dall'Istituto Internazionale di Stoccolma per le Ricerche sulla Pace (Sipri) con una spesa di ben 610 miliardi. 
Seguono Cina, Arabia Saudita, quando facciamo benzina pensiamo che una parte dei nostri soldi verrà destinata al lugubre acquisto bellico, India, che ha ancora milioni di persone per strada a mangiare rifiuti, e Russia. 
Noi, nel nostro piccolo, siamo dodicesimi a 29,2 miliardi di dollari, non male se pensiamo ai giovani senza lavoro e alla moltitudine di persone che pranza e cena alle mense della Caritas. 
Provo un senso di inadeguatezza misto a vergogna. Si, mi vergogno di far parte di questa umanità svilita, sfrontata e senza nessun tipo di ritegno, sorda ai lamenti dei più, oramai assuefatti all'indecorosa fine nei meandri dell'anonimato e della rassegnazione. 
Non so a voi, ma a me questo numero, 1739, dona queste dolorose sensazioni.

Nessun commento:

Posta un commento