mercoledì 15 marzo 2017

Qualcosa cambierà?


Presentato si è presentato, una volta scoperto, molto tempo fa. Ognuno infatti si porta dietro un Melvin Udall, più o meno scassatore di gonadi; più la parte combattente di noi è temprata, più Melvin si ritira dietro alle sue illogicità.
Il mio è abbastanza in forma e richiede un grosso dispendio di risorse per mantenerlo poco invadente o quasi innocuo.

Nefasti sono i riti circadiani che il signor Udall pretende quotidianamente e a cui, indefessamente, a volte mi sottopongo. Molto probabilmente questa personificazione del rituale abita da sempre nell'intimo dell'umanità e, come da canovaccio, la lotta tra il non fare motivato e l'agire pregno di rischi pare essere nata subito dopo il Big Bang. 
Vorrei ma non posso, chissà che direbbe la gente, no questo è meglio che non lo dica, vorrei digli tante cose ma forse è meglio di no, cos'ha da guardare quello, domani gliene dico quattro anzi no, dopodomani, mi piacerebbe farlo ma forse è meglio replicare ciò che ho fatto ieri. 
La coabitazione con Melvin è contemplata pure dai sacri testi, vedasi l'attuale periodo quaresimale, invitante tutti ad una conversione, ad una nuova vita, ad una svestizione delle abitudini incatenanti per una degustazione migliore, olfattiva, refrattaria agli svariati acufeni destabilizzanti, di questo cammino comune, percorso senza evitar mattonelle, come il signor Udall pretenderebbe. 
(Melvin Udall è umanizzato da Jack, il più grande)

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