mercoledì 8 marzo 2017

Il ritorno dei morti viventi


Atterrisce, sgomenta, fa venir voglia di rieducazione morale, la vicenda dell'ennesimo scempio sui malati, del polo oncologico di Loreto Mare, a Napoli, dove pare che il primario Francesco Rizzo, nipote dell'ex ministro De Lorenzo, colui che vent'anni fa in un'ignobile commedia tragica aveva dato adito a tutti noi comuni mortali esenti da guapperie, di spaccare vetri e quant'altro quale segno di un'incazzatura nei suoi confronti, tanto fu lo sdegno indicibile per le malefatte compiute assieme all'altro bastardo Poggiolini (con signora), ebbene oggi il suo nipotino parrebbe anch'egli essere dedito al malaffare, assieme alla moglie Giulia Di Capua, la quale possiede una società, la Gimed, intermediaria nell'acquisto di apparecchiature per la cura di tumori. Il prezzo con cui il polo acquistava i macchinari veniva gonfiato, pare, del 75% che finivano nelle tasche dei due piccioncini e dei loro sodali.
Speculare sui malati di tumore. Che altro ci può essere di più mefitico nella storia dell'umanità?
Ma lo spettacolo, sicuramente, continuerà: in primis non sono stati arrestati, ma spediti ai domiciliari, nella loro splendida, si suppone, casetta. Adesso partirà ineluttabilmente il carosello degli avvocatoni, le dichiarazioni d'estraneità ai fatti, le lacrime, i tempi che s'allungheranno per cavilli di aitanti azzeccagarbugli, minuzie di testi di codici, fino all'arrivo benedetto dalle genti della dea Prescritta, tanto amata da faccendieri, omuncoli, sguatteri senza ritegno, malware di questa nostra società, sempre più immersa in un liquido tendente al letame. 
Se le accuse verranno confermate, se la giustizia riuscirà a fare il suo corso, a personaggetti (cit.) come questi, incuranti dell'incurabilità di certi mali e del conseguente strazio di pazienti sfiniti dal dolore, sarebbe giusto espellerli per sempre dalla società, indegni come sono di relazionarsi con le cosiddette persone perbene a volte, a dire il vero, scambiate più per coglioni.

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