Chiara era la colorazione del Silenzio, compagno di una vita recisa da ciò che chiamiamo brutto, il male di oggi sfidante e corrosivo ogni beltà.
Stessa classe, se ne è andata di soppiatto, non esteriorizzando alcunché a chi, come me, l'aveva smarrita pur avendola vicina, riscontrabile nello sporadico incontro ove riuscivo soltanto, per dabbenaggine, ad indirizzargli uno striminzito saluto di quelli che, mi fossero stati rivolti, m'avrebbero fatto incazzare per quanto sfuggenti, insipidi, sguscianti.
Nei tempi giovanili, frequentando la stessa parrocchia, salimmo insieme a tanti altri nel luogo francescano per antonomasia, trascorrendo momenti formanti, solidi, speciali e non più ripetibili, non tanto per l'età che avanza, quanto per la diversità di obbiettivi dell'oggi, troppo distanti da parole quali comunità, idealismo, comunanza di valori, fede.
Nei tempi giovanili, frequentando la stessa parrocchia, salimmo insieme a tanti altri nel luogo francescano per antonomasia, trascorrendo momenti formanti, solidi, speciali e non più ripetibili, non tanto per l'età che avanza, quanto per la diversità di obbiettivi dell'oggi, troppo distanti da parole quali comunità, idealismo, comunanza di valori, fede.
Speravamo in tanti di avere Chiara come compagna di gruppo, utilissima per sfidare gli altri in giochi e discussioni, il più delle volte, aggreganti; lei infatti era un motore insonorizzato che ordinatamente ci preparava ad affrontare le prove, ad esteriorizzare sentimenti.
La sua vita si è svolta così, nel sottobosco popolato da apparente normalità, elevata a tracciante per chi si perde in oziosità, captante cinguettii dell'animo, il più delle volte inascoltati.
Due splendidi figli hanno adornato la sua esistenza, impreziosendola fin d'ora agli occhi del Motore che l'ha accolta, a nostro fallace giudizio, prematuramente. Stoltamente ignoriamo le tempistiche come, mi dolgo per questo, eludiamo gli incontri, rivelatisi, ora che Chiara non c'è più, abbeveratoi di sapienza, ricariche inusitate, sorgive d'acqua fresca.
Due splendidi figli hanno adornato la sua esistenza, impreziosendola fin d'ora agli occhi del Motore che l'ha accolta, a nostro fallace giudizio, prematuramente. Stoltamente ignoriamo le tempistiche come, mi dolgo per questo, eludiamo gli incontri, rivelatisi, ora che Chiara non c'è più, abbeveratoi di sapienza, ricariche inusitate, sorgive d'acqua fresca.
Ti saluto Chiara, rimuginando sul tuo Silenzio ed augurandoti, pur con pochezza di fede, l'Incontro senza pari, preannunziato e preordinato dalla tua essenziale vita terrena.
Ciao!
Ciao!
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