Mi confronto spesso con un mio amico, che vuole rimanere anonimo, parliamo spesso di politica, blateriamo a volte sul nulla, in un crescendo di convergenze che, proposto su scala mondiale, porterebbe la comunità internazionale ad emulare la pubblicità del Jack Daniel's col conseguente lancio di tappi in attesa del l'invecchiamento.
Piace a tutti e due soprattutto parlare, discutere, insomma sentirsi vivi. E allora concordiamo sul fatto che Bibi sia un'incommensurabile testa di cazzo (se non conoscete Bibi smettete di leggere), saremo d'accordo che la tempesta prossima a venire, sta divenendo sempre più perfetta con la oramai vicina investitura del Debitore con il castoro in testa, per di più folle e senza dignità, al quale affideranno la valigetta con i codici, simile ad informare Sgarbi che quello in prima fila dice che lui di arte non ne capisce una mazza, unita alla scomparsa dell'ayatollah iracheno Rafsanjani, uno dei pochi capi spirituali moderati e con visione umana della vita, e infine mescolata alla riabilitazione del Russo Sanguinoso, un mix pericoloso di violenza, potere e perfidia, difficilmente riscontrabile altrove.
L'Europa non conterà più una ceppa, i cinesi s'incazzeranno (prima però fingano di fare il closing ai rossoneri con i soldi in nero rientranti di chi sappiamo) e sullo sfondo s'intravede l'unica certezza, il business migliore dopo la bamba, la certezza di spendere e spandere senza nessuna opposizione, ficcando occhi e mani dentro ognuno di noi: la strategia della paura, una delle migliori forme di schiavitù di sinapsi mai concepita, talmente formidabile da trasformare miliardi di individui, me compreso, in cagnolini da auto sempre pronti a dire si, resa celebre da quel bastardo rimbambito che s'inventò anni addietro le prove inesistenti di sostanze chimiche nelle tasche dell'iracheno.
Parleremo di questo. Al solito all'ombra di uno buono e, immancabilmente, da solo.
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